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Da Cucchi a Budroni, le "vittime della tortura di Stato" arrivano a Bruxelles

Il prossimo 15 marzo una folta delegazione di familiari, l'eurodeputata Eleonora Forenza, e alcuni rappresentanti dell'associazione Acad saranno ascoltati presso la sede del Parlamento Europeo

Cucchi, Bianzino, Budroni, Magherini, Uva, Ferrulli, Mastrogiovanni, Casalnuovo. Le “vittime della tortura di stato” arrivano al Parlamento Europeo. È questa infatti la delegazione che, insieme all'eurodeputata de L'Altra Europa Eleonora Forenza, ad alcuni rappresentanti dell'Associazione Contro gli Abusi in Divisa (Acad) e con l'avvocato Fabio Anselmi verranno ascoltati a Bruxelles il prossimo 15 marzo. Il lavoro è stato presentato oggi pomeriggio nel corso di una conferenza stampa presso la sede romana del Parlamento Europeo, in via IV Novembre.

“Vogliamo portare quella che definiamo 'l'anomalia Italia' all'attenzione del parlamento europeo e dell'opinione pubblica” ha spiegato Luca Blasi di Acad. Alle spalle due pannelli con i volti, e le storie, di chi questo 'caso italiano', suo malgrado, lo rappresenta. “Non parliamo delle vittime di alcune mele marce ma di un vero e proprio sistema, che troppo spesso gode di copertura mediatica e politica”. 

“Tante vicende che nascondono famiglie spesso abbandonate a loro stesse, nel disinteresse generale. Famiglie che si sono ritrovate troppe volte di fronte all'evidenza che i loro morti non valgono niente” racconta Ilaria Cucchi, tra i familiari della delegazione che andrà a Bruxelles. Ilaria rompe il silenzio e continua un elenco “che potrei continuare all'infinito: Savia, Perna, Ronzi, Bifolco”. 

Così la 'missione' al parlamento europeo rappresenta un “atto di speranza” ma anche di “disperazione” il secondo l'avvocato Fabio Anselmo, “perché l'attenzione dei media e dell'opinione pubblica ha giocato spesso un ruolo fondamentale nei processi per le vittime di questo genere di abusi”. I nomi citati aumentano nel corso della conferenza stampa. Ricorda il caso Aldrovandi: “Se non se ne fosse parlato sui giornali saremmo arrivati con difficoltà in tribunale”. Ricorda quello Rasman: “Per il suo caso, in seguito ad un'interrogazione parlamentare, venne revocata la richiesta di archiviazione”. E ancora la vicenda di Rachid che da anni denuncia i maltrattamenti e gli abusi che subisce in carcere,  anche tramite delle registrazioni ambientali. “Ecco come si presenta in tribunale” ha spiegato l'avvocato mostrando i segni delle violenze sul corpo dell'uomo. L'Italia, sintetizza Anselmi, “non ha abbastanza anticorpi”. 

Lo spiega Forenza: “Certamente il tema della repressione è europeo ma in Italia registriamo anomalie pesantissime in termini di mancanza di rispetto dei diritti”. Ne è un esempio “il fatto che non esista il reato di tortura e che la polizia italiana non abbia, come invece accade in altri paesi, i numeri identificativi”. Per l'eurodeputata “è una questione che spesso rimane sotto traccia ma che riguarda la vita delle persone che spesso restano senza giustizia”. L'eurodeputata ricorda “Davide Rosci, detenuto per un reato assurdo a cui va tutta la mia solidarietà”. Conclude Forenza: “Speriamo che questa audizione contribuisca a fare in modo che le istituzioni italiane vengano sollecitate a prendere le misure che vanno verso il pieno riconoscimento dei diritti umani”.

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