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Nella Regione Lazio i politici più cari: ad ogni cittadino costano 16 euro

E' quanto emerge dall'analisi di spesa comparata tra le regioni italiane, effettuata dalla Uil di Roma e del Lazio in collaborazione con Eures

Regione più sprecona d'Italia. È questo il primato che si è aggiudicato il Lazio secondo l'analisi di spesa comparata tra le regioni italiane, effettuata dalla Uil di Roma e del Lazio in collaborazione con Eures, nell'ambito dell'Osservatorio su costi, produttività ed efficienza della politica. Non un primo posto di cui andare fieri in tempi di tagli ai costi della politica: tra il 2011 e il 2013 l'ente nell'ultimo anno guidato dall'ex presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti “ha speso mediamente 96 milioni di euro annui per il funzionamento degli apparati istituzionali” si legge nel comunicato stampa di presentazione del dossier. Per dare dei numeri significativi basta dire che la Lombardia spende meno pur avendo il doppio degli abitanti: 68,6 milioni di euro.

Per il segretario generale della Uil di Roma e del Lazio, Pierpaolo Bombardieri “la spesa istituzionale è eccessivamente elevata, a discapito dei cittadini che in proporzione non beneficiano di maggiori o migliori servizi. Anzi. Dallo studio paradossalmente emerge che le regioni socialmente più avanzate sono anche le più parsimoniose. Toscana in testa”. Spendere di più quindi non significa lavorare meglio. Anche i numeri 'toscani' parlano chiaro: 24,5 milioni di euro annuo per il funzionamento degli organi elettivi. “Mentre la Calabria, con la metà degli abitanti (circa 2 milioni contro 3,7 della Toscana) spende 4 volte di più (57,7 milioni di euro)”.

Così, secondo i dati forniti da Uil Lazio, ogni cittadino del Lazio paga 16 euro all'anno per mantenere la classe politica della propria regione. Più del doppio della regione più virtuosa, la Toscana, che spende a testa 6,3 euro, seguita dalla Lombardia, 6,7 euro a testa. “Dallo studio UIL - Eures emerge infatti che le spese istituzionali gravano in misura maggiore sulle regioni demograficamente più piccole, che spendono relativamente di più perché non riescono a distribuire i costi fissi della rappresentanza su un bacino demografico più ampio. La regione Lazio si colloca complessivamente al settimo posto, risultando però la prima tra le cinque grandi regioni italiane a statuto ordinario”.

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