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Pandemonio organizzativo / Centro Storico / Piazza del Campidoglio

Precettati all’ultimo e spediti ovunque: così per i dipendenti capitolini è scoppiato il caos seggi elettorali

Impiegati e vigili reclutati con una mail urgente il venerdì pomeriggio per il sabato, spediti da una parte all'altra della città. I sindacati attaccano il Campidoglio: "Pandemonio organizzativo senza precedenti"

Dipendenti capitolini convocati per fare la surroga dei presidenti di seggio assenti nemmeno dodici ore prima della costituzione degli uffici elettorali, contattati con una mail nel tardo pomeriggio di venerdì - quando la maggior parte di sportelli e uffici è già chiusa - per presentarsi in sede l’indomani alle 15. Pronti per essere destinati nei numerosi seggi elettorali rimasti sguarniti e quindi impossibilitati ad aprire per le operazioni preliminari alle consultazioni.

Impiegati e soprattutto vigili, in quanto servizio ulteriore per i caschi bianchi, spediti da una parte all’altra della città “senza - raccontano a RomaToday alcuni comunali - tenere conto della provenienza. In modo scriteriato”. Così c’è chi da Roma nord è stato spedito a Roma sud e viceversa. “E pensare - ci racconta uno degli impiegati - che nemmeno dovevamo essere inseriti nella lista delle surroghe, così era stato stabilito non essendo stati estratti in prima battuta”. Ma le numerose defezioni hanno costretto Direzione e Segretariato Generale di Roma Capitale ad ordinare ai direttori di procedere con un’ulteriore estrazione, una nuova precettazione per evitare criticità nella costituzione dei seggi elettorali e consentire lo svolgimento delle operazioni di voto.

Seggi elettorali, dipendenti capitolini reclutati d'urgenza

Da qui la mail per il nuovo reclutamento. “Tutto all’improvviso, di venerdì pomeriggio quando chi ha già finito la propria settimana lavorativa non sarebbe nemmeno tenuto ad aprile la casella mail istituzionale”. Ed infatti molti hanno effettuato l’accesso per leggere la mail dopo il tam tam di messaggi  tra colleghi. Il sabato pomeriggio l’attesa e per, tanti, l’incarico di presidente di seggio. “Tutto questo senza un minimo di preavviso e nemmeno di formazione” - tuonano i comunali coinvolti nella vicenda. “Per non parlare - qualcuno tiene a sottolinearlo - del compenso davvero irrisorio (circa 150 euro per i presidenti ndr.) a fronte di due giorni e mezzo di lavoro e una grande responsabilità sulle spalle. Questo - dicono - vale anche per i normali cittadini che si propongono per il ruolo”. Insomma, chiosa il capannello di impiegati tornati al lavoro, “è stata una cosa indecente. Dal punto di vista del lavoratore umiliante, nonostante la funzione dal punto di vista civico sia di quelle davvero importanti”. 

I sindacati: "Pandemonio organizzativo"

E l’accaduto non è passato inosservato ai sindacati che si sono detti “sconcertati” parlando di “un caos gestionale mai accaduto nelle precedenti elezioni”. “Siamo di fronte ad un vero e proprio pandemonio organizzativo senza precedenti, con seggi assegnati senza un criterio ed una gestione del personale frettolosa ed approssimativa” - hanno scritto Cgil Fp, Cisl Fp e Uil Fpl in una nota indirizzata al Campidoglio. Al sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, e al suo assessore al Personale, Andrea Catarci. Nonostante la disponibilità delle organizzazioni sindacali per un nuovo accordo sui servizi elettorali, “con l'obiettivo di garantire la copertura dei seggi ed il sereno svolgimento della tornata elettorale ed al contempo il rispetto del personale capitolino, al fine di evitare le degenerazioni e le aberrazioni” viste, le sigle dopo una riunione rinviata dall'amministrazione e mai riprogrammata, non sono più state convocate.  “Diffidiamo immediatamente dal proseguire con una gestione del personale così penalizzante e chiediamo fin d'ora - sottolineano - l'individuazione approfondita delle responsabilità gestionali che hanno condotto a siffatta degenerazione nell'utilizzo del personale capitolino”. 
 

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