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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Corteo 2 ottobre, si va verso il divieto della Questura. Protestano gli organizzatori

"Si tratta di una forte limitazione della libertà di espressione e di manifestazione" la denuncia degli organizzatori, dai movimenti ai sindacati di base. L'appello alla mobilitazione è per cittadini e lavoratori

Decisi a scendere in piazza nonostante dalla Questura sia arrivato il divieto a manifestare. E' senza via libera il corteo indetto per il 2 ottobre da una serie di realtà cittadine, dai sindacati di base ai movimenti, in concomitanza con lo sciopero dei trasporti cittadini e di Ama, la municipalizzata capitolina dei rifiuti, per l'intera giornata. Questa mattina i promotori hanno tenuto una conferenza stampa nel corso della quale sono stati presentati i motivi della protesta che chiama a sfilare insieme lavoratori e cittadini. 

Dai movimenti sociali ai sindacati di base, passando per i comitati di quartiere, i collettivi politici, i dipendenti capitolini, quelli dei canili e sgli studenti. Tutti in piazza insieme per difendere le "aziende pubbliche dalla privatizzazione", per la "salvaguardia delle libertà sindacali e democratiche" e per "riportare al centro dell’agenda cittadina i problemi sociali, a cominciare da quello della casa" si legge in una nota dell'Unione sindacale di base, tra i promotori della mobilitazione. Nel corso della conferenza stampa "è stata infine ribadita con forza la richiesta di pubblicare la relazione prefettizia su Mafia Capitale e di mettere mano alle tante illegalità denunciate dai movimenti e dai cittadini, dai Piani di Zona ai Punti Verde Qualità".

Nel mirino però anche il divieto della Questura che, per gli attivisti "risponde ad un protocollo non solo vecchio, ma anche firmato da organizzazioni e partiti che in gran parte non esistono più" si legge in una nota. Si tratta di una "direttiva prefettizia che vieta i cortei nel centro della città durante la settimana, a meno che non si tratti di manifestazioni nazionali di centinaia di migliaia di persone" spiegano gli organizzatori in un appello contro il divieto a manfestare che ha visto come primi firmatari Ascanio Celestini e Valerio Mastandrea. Continua l'appello: "Si tratta di una forte limitazione della libertà di espressione e di manifestazione. Una pretesa ingiustificata visto che il percorso attraversa un breve tragitto, via dei Fori Imperiali e piazza Venezia per poi concludersi in piazza SS. Apostoli, in gran parte chiuso al traffico e senza esercizi commerciali. Lo stesso tragitto che per anni la questura ha imposto ai promotori delle manifestazioni, in considerazione proprio delle sue particolari caratteristiche che riducono i disagi per la mobilità o lo shopping del centro storico".

Denunciano i promotori: "La pretesa di impedire ai lavoratori in sciopero di manifestare nel giorno dell’astensione dal lavoro, e la rigidità con la quale si pretende di vietare ogni manifestazione nel centro della città, costituiscono una violazione palese delle agibilità democratiche" si legge nella nota. 
 
GLI ORGANIZZATORI - Alla Conferenza stampa hanno preso la parola la Federazione romana dell’USB, la Carovana delle Periferie, i Movimenti per il Diritto all’Abitare, il Comitato per l’acqua pubblica, Rifondazione Comunista, il Collettivo Militant, delegati dei trasporti, dell’AMA, delle scuole comunali e dei canili comunali (questi ultimi in occupazione da alcuni giorni), l’Altra Europa per Tsipras, l’AS.I.A./USB, la rete per il Diritto alla Città.

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