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Coronavirus, è scontro sui focolai nelle Rsa. Il presidente Fontana: "Nel Lazio come in Lombardia"

Replica la regione: "Bufale, il nostro avviso pubblico prevedeva la trasformazione di Rsa in centri covid, con la totale separazione dei pazienti e senza alcuna promiscuità"

Una delibera simile a quella della Lombardia sulle Rsa "era stata presa dal Lazio. Ma al governatore del Lazio non è stato fatto alcun tipo di contestazione". Così il governatore lombardo Attilio Fontana ha dichiarato durante un'intervista a Radio Padania commentando il boom di contagi da coronavirus nei centri per anziani e le indagini a tappeto che stanno interessando il nord, ma anche alcune strutture in provincia di Roma, vedi a Campagnano - zona rossa - il centro di riabilitazione Santa Maria del Prato o al San Raffaele di Rocca di Papa.

"Si cerca di attaccare l'organizzazione lombarda. C'è un attacco nei miei confronti in quanto rappresentante di una certa parte politica". Parole quelle del presidente leghista che hanno sollevato aspre polemiche. Pronta la replica della regione Lazio. "Caro Presidente Fontana prima di accusare si informi bene" si legge in una nota stampa. "Ancora una volta la Regione Lazio si trova a smentire una bufala diffusa per infangare il lavoro fatto durante questa emergenza dalla giunta Regionale del Lazio. Alcuni giornali, prendendo spunto da una richiesta di disponibilità fatta alle Rsa del territorio dalla Regione per creare strutture esclusivamente Covid, vorrebbero far credere al lettore che, al pari della Lombardia, il Lazio avrebbe facilitato il contagio nelle residenze dedicate agli anziani. È totalmente falso". 

"Quell'avviso - spiega ancora la Regione - pubblicato sul sito aveva come obiettivo di individuare quelle Rsa disponibili a diventare centri Covid, ossia luoghi che avrebbero ospitato esclusivamente pazienti contagiati che non necessitavano di ricovero ospedaliero. Questa scelta è stata fatta proprio per isolare totalmente i contagiati e contenere la diffusione del virus. Quindi nessuna promiscuità tra positivi e negativi, nessuna facilità nel contagio, nessun caso Lombardia nel Lazio". Anzi, prosegue la nota, "l'opposto di quanto sembra essere stato fatto in Lombardia: dividere e ripetiamo dedicare strutture esclusivamente al Covid. Una buona pratica validata dall'Istituto Spallanzani, in piena conformità delle linee guida del ministero della Salute e che porterà ora anche all'apertura a Genzano di una Rsa covid totalmente pubblica proprio per continuare l'azione di divisione dei pazienti".

"Fontana mistificatore, dimentica nostro aiuti ai pazienti lombardi"

"Fontana non si permetta di mistificare - attacca anche l'assessore alla Sanità Alessio D'Amato - nel Lazio si sono create RSA esclusivamente COVID per pazienti positivi che secondo le indicazioni cliniche non necessitano di ricovero ospedaliero. Lunedì ne apriremo una interamente pubblica a Genzano di Roma. Capisco le enormi difficoltà di Fontana, ma dire che la Lombardia è come il Lazio è una mistificazione". E ancora: "Con un tasso di letalità 3 volte superiore e un numero di decessi nelle RSA 18 volte superiore, secondo i dati dell'ISS, credo che Fontana abbia tanto altro da fare che parlare del Lazio a Radio Padania. Dispiace poiché noi abbiamo sempre aiutato ospitando pazienti di Milano, di Brescia, di Bergamo in un grande spirito di unità e oggi prendendoci, su richiesta della Protezione Civile Nazionale, anche i tamponi dalla Valle D'Aosta, lo abbiamo fatto e lo faremo ancora se serve ad aiutare chi è più in difficoltà. Ricordo inoltre che il maggior numero di volontari medici andati nelle regioni del nord proviene proprio dal Lazio. Capisco la polemica politica, ma guai a smarrire la riconoscenza per il lavoro svolto".

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