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Buoni spesa coronavirus, le mail del Comune in tilt: Raggi attiva “task force”

Le opposizioni accusano il Comune per il meccanismo farraginoso adottato, il Campidoglio aggiusta il tiro: niente più stampa del modulo, mail dedicata per ogni municipio. La polemica: "Emergenza è ora, questi sono pacchi dono"

A Roma è partita la corsa ai buoni spesa, il sostegno alle famiglie colpite dalla crisi da Coronavirus messo in campo dal governo. Alla Capitale sono stati destinati 15 milioni di euro, altri 7 arrivano dalla Regione Lazio. Risorse per dare una risposta rapida e immediata a quanti vivono oltre all’emergenza sanitaria anche quella economica. 

Coronavirus, buoni spesa: mail del Comune in tilt

Domande da inoltrare online. C’è chi in pochi click è riuscito senza intoppi ad inviare modulo compilato e documento, chi si è dovuto far aiutare da parenti, amici o vicini di casa. Per tutti l’obiettivo era quello di accedere ai contributi: da 300 a 500 euro in base alla composizione del nucleo familiare. 

Tanti però quelli che, pur avendo tutto pronto, al momento dell’invio si sono visti respingere la domanda dal portale del Comune. 

“Le pec sono andate completamente in tilt e quindi i residenti capitolini si sono ritrovati impossibilitati ad ottenere quanto in loro diritto” – denunciano da Fratelli d’Italia Giancarlo Righini, Michel Emi Maritato e Federico Rocca. Una falsa partenza con le opposizioni ad accusare il Campidoglio per la farraginosità del meccanismo adottato e i grillini al governo a tentare di aggiustare il tiro. 

Buoni spesa coronavirus: stampa del modulo non è necessaria

Eliminato il passaggio legato alla stampa del modulo: “I cittadini che non hanno la stampante potranno copiare anche a mano il modulo disponibile sul sito di Roma Capitale su un foglio di carta, firmarlo e inviarlo con una foto alla mail indicata dal Municipio competente. Chi non ha questa possibilità, può rivolgersi alle parrocchie, che si sono rese disponibili a supportarci in questa pratica, insieme alle associazioni del Terzo settore e del volontariato cittadino" – ha specificato l'assessora alle Politiche sociali di Roma Capitale, Veronica Mammì

Il guasto tecnico è stato risolto, ogni municipio è stato dotato di mail dedicate alle richieste dei buoni spesa per non intasare nuovamente le caselle di posta elettronica.
 

Coronavirus, Raggi: “task force per buoni spesa”

“Chiaramente vogliamo scongiurare assembramenti, quindi non apriremo punti di raccolta. I Buoni Spesa saranno consegnati a domicilio, casa per casa” – ha specificato Mammì. 

A portare i ticket non saranno i vigili che rimarranno in strada per i controlli, ma i volontari e la Protezione Civile “che aiuterà anche gli anziani e chi è senza internet" – ha sottolineato la sindaca di Roma, Virginia Raggi, intervenendo ai microfoni di Teleradiostereo. "Sono già arrivate migliaia e migliaia di richieste, quindi abbiamo istituito una task force di supporto per velocizzare le richieste e le consegne dei buoni. Il Campidoglio - ha annunciato Raggi - ha già anticipato le risorse che arriveranno da Regione e Governo proprio per accelerare la distribuzione. Tra pochissimo le domande per i 'buoni spesa' potranno essere compilate e inviate, oltre che sul sito di Roma Capitale, anche sul portale Roma Aiuta Roma che sarà presto online". Al vaglio, insieme all'Anci, la possibilità di erogare i 'buoni spesa' direttamente con bonifico su conto corrente. 

Coronavirus, buoni spesa: “E’ un pacco dono, emergenza è ora”

Ma a preoccupare, con le domande che si possono inoltrare fino al 16 aprile, sono sempre i tempi: “I buoni spesa – fanno notare dal Municipio IIIpotrebbero arrivare ad emergenza finita”. 

“Se è  emergenza alimentare è oggi, altrimenti è ‘un pacco dono’, che va bene ma è un'altra cosa” – ha tuonato il minisindaco del Roma Montesacro, Giovanni Caudo.

Nel suo territorio, come in tanti altri della città, prosegue l’iniziativa della “spesa sospesa”: la rete di aiuti immediati messa in piedi da istituzioni di prossimità insieme a mercati, supermercati e centri commerciali di zona. Pacchi alimentari a disposizione di chi ne ha bisogno. “È questa, al momento, - rivendica Caudo - l'unica forma di aiuto concreto messa in campo”. 
 

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