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Coronavirus, il Comune non fa sconti sul canone: il car sharing minaccia la “ritirata”

Dagli operatori la richiesta di sospendere il pagamento del canone dovuto per questi mesi di emergenza: dal Campisoglio risposta negativa. ANIASA: "Senza supporto sharing mobility rivedrà presenza su territorio"

Spostamenti ridotti e traffico quasi azzerato: il Coronavirus lascia ai box e ferme negli stalli le automobili, anche quelle in condivisone. Ma se le strisce blu sono gratis per tutti fino al 3 maggio, il Comune di Roma non fa sconti agli operatori di car sharing: nonostante il business delle vetture condivise sia praticamente azzerato, l’assessorato alla mobilità ha negato la sospensione dei canoni per ogni auto su strada. 

Coronavirus, il Comune non sospende canone car sharing

Oltre duemila le vetture di car sharing a Roma: per ciascuna ogni operatore versa 1200 euro l’anno. Un introito al quale il Campidoglio non vuole rinunciare. “Abbiamo chiesto al Comune di Roma di sospendere in questa fase di emergenza in cui i consumi di car sharing si sono ridotti del 90% il pagamento dei canoni sostenuti dagli operatori per ogni singola auto. La risposta è stata negativa” – ha fatto sapere ANIASA, l’Associazione che all’interno di Confindustria rappresenta il settore dei servizi di mobilità, a margine dell’audizione in commissione.

Una porta chiusa che ha mandato su tutte le furie gli operatori di car sharing che, nonostante la drammatica riduzione del business in questa fase di emergenza, hanno mantenuto operativa l’intera flotta e i propri servizi “per le improcrastinabili esigenze lavorative e di trasporto, anche a supporto delle categorie di utenti che in questi mesi sono stati costretti a muoversi, fornendo una valida alternativa a quanti per timore hanno scelto di non usufruire dei mezzi pubblici”. “Tutto – sottolineano - seguendo i necessari standard di sicurezza per il contenimento dell’epidemia”. 

Coronavirus, protesta car sharing: "Sostegno solo a parole"

Per loro però niente riduzione del canone dovuto, dovranno versarlo. “A parole Governo e amministrazioni locali  proclamano il proprio sostegno  alla sharing mobility, nei fatti non fanno nulla per sostenerla e anzi la ostacolano. Senza un adeguato supporto a livello nazionale e locale, gli operatori di sharing – annuncia ANASA - saranno inevitabilmente costretti a rivedere la propria presenza sul territorio”.
 

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