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Rientrate in patria o a casa per paura del contagio: a Roma è boom di badanti in "fuga" dagli anziani

Collaboratrici domestiche tornate nel Paese d'origine quando ancora non era in vigore il blocco totale, o costrette a casa per ridurre il rischio contagio. Così gli anziani restano soli

Fanno parte della fascia di popolazione più esposta, più fragile e a rischio contagio, gli anziani. E nei giorni dell'emergenza coronavirus fanno i conti con il vuoto lasciato da badanti e colf, costrette e casa propria per ridurre i rischi, o addirittura scappate e tornate nei Paesi d'origine prima che il Governo imponesse il blocco totale. Over 80, non autosufficienti, affetti da malattie neurodegenerative croniche come Alzheimer o demenza senile, lasciati soli o con famiglie che non sempre sono in grado di accudirli h24.

Anziani rimasti senza badante

"Avevamo una signora di 45 anni polacca lavorava con noi da sei mesi, se n'è andata i primi di marzo, ci ha detto che tornava dalla famiglia". Rossana, 55 anni, residente a Garbatella, ha il padre di 93, affetto da demenza e bisognoso di un sostegno fisso per tutte le attività della giornata. Ora è rimasto solo. "Ho chiesto disponibilità a una cooperativa ma in questo momento sono tutti in difficoltà, anche perché in pochi hanno le mascherine"

Come lei ci sono tante famiglie in città alle prese con la mancanza improvvisa di aiuti. Badanti, colf, spesso straniere, impaurite dalla possibilità di contrarre il virus stando a stretto contatto con persone anziane, maggiormente esposte, magari senza mascherine perché non tutte le famiglie sono riuscite a procurarsene a sufficienza. 

"Confrontando dati e casi ci risulta che sia successo soprattutto a Roma, più che a Milano, di badanti che hanno preso l'aereo e se ne sono andate - spiega a RomaToday Andrea Zini, vicepresidente di Assindatcolf, l'associazione di categoria delle famiglie che assumono collaboratori domestici - quando ancora non tutta Italia era zona arancione diversi dei nostri assistiti si sono ritrovati soli". Ora che la fuga è più difficile, il problema rimane perché una buona parte dei lavoratori domestici non può comunque prestare servizio. 

Badanti a casa per ridurre il rischio contagio

Accanto a chi è "scappato" fuori confine, c'è infatti chi si protegge restando a casa o per sua scelta o per scelta delle famiglie. "Se c'è un regime di convivenza sono a tutti gli effetti membri dei nuclei familiari e il problema non si pone, se lavorano in determinate fasce orarie molte famiglie hanno stoppato le mansioni per ragioni di sicurezza" spiega Zini. In entrambi i casi si pone il problema di come tutelare i familiari datori di lavoro, specie se autonomi e già piegati dalla crisi economica, e gli stessi lavoratori. Al momento la categoria non rientra in quelle coperte dalla cassa integrazione in deroga, annunciata dal Governo tra le misure di sostegno del decreto Cura Italia. 

"Con centri diurni chiusi Governo estenda i voucher"

D'altra parte c'è anche chi invece una badante la sta cercando. Con i centri diurni chiusi è venuta meno quella risposta a bisogni di socializzazione, recupero e mantenimento delle capacità psicofisiche, e le famiglie chiedono aiuto. Una rete di volontariato e servizi sociali del Comune cerca di rispondere alla domanda, ma rispettare le misure precauzionali con dispositivi di sicurezza quali guanti e mascherine, non è facile per tutti. Da Assindatcolf la richiesta al Governo di estendere il voucher baby sitter anche alle badanti. Per ora rimasta inascoltata. 

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