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Il Coronavirus fa tremare Atac: rischiano la cassa integrazione 4000 lavoratori

Il presidente Simioni ha richiesto l'accesso al Fondo bilaterale di solidarietà. Al momento le lettere all'Inps sono partite per 2200 lavoratori. Usb: "Si garantisca il reddito alle famiglie"

Il calo di circa il 70% di accessi per bus e metro, con i mancati introiti dei biglietti e delle strisce blu (la sosta a pagamento è sospesa), sarà un macigno sulle casse di Atac. L'allarme è già scattato. Il coronavirus e le misure di restrizione per combatterlo, stanno mettendo fortemente a rischio la tenuta economica dell'azienda municipalizzata, già dal 2017 al centro, lo ricordiamo, di una procedura di concordato preventivo per scongiurarne il fallimento. 

A dare la misura della crisi in corso, l'accesso al Fondo bilaterale di solidarietà per i dipendenti, ammortizzatore sociale alternativo alla cassa integrazione ma funzionante con modalità molto simili. Chi resta a casa, laddove non bastasse il monte ore ferie accumulato per coprire la retribuzione dell'assenza, verrà pagato all'80% dello stipendio base fissato nel contratto collettivo nazionale. 

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A chi tocca il Fondo bilaterale

Con una nota interna la comunicazione è già arrivata al personale. "La riduzione della prestazione lavorativa potrà riguardare sino a 4mila addetti, per una porzione che andrà da 7 a 39 ore settimanali. La durata prevedibile sarà di 9 settimane a partire dal 23 marzo". Per il momento la lettera all'Inps è partita per 2200 lavoratori tra controllori, addetti alla verifica dei pagamenti sulle strisce blu, assitenti front line per la clientela.

Le tre categorie non sono operative in questi giorni, per loro è stata prevista una riduzione tra il 100 e il 60 per cento delle ore di lavoro. Ma se fosse necessaria un'ulteriore contrazione delle corse di bus e metro (l'orario di circolazione è già stato ristretto alle 21), allora toccherà anche autisti e macchinisti metro, per il momento coperti dalle ferie forzate. Nessuna riduzione invece sta riguardando i macchinisti delle ferrovie concesse. 

I sindacati: "Governo assicuri il reddito"

Preoccupati i sindacati, che chiedono alle istituzioni di attivarsi per garantire ai lavoratori lo stipendio completo. Perché con il solo Fondo bilaterale, chi guadagnava 1200 euro al mese, rischia di ritrovarsene con 700. "Chiediamo che la pandemia non venga pagata dai lavoratori, che non siano di dipendenti a farne le spese" commenta a RomaToday Michele Frullo di Usb, Unione sindacale di base. "Si attivino il ministero, il Comune, la regione, perché si garantisca il reddito alle famiglie, proprio come i lavoratori hanno garantito fin'ora il servizio pubblico essenziale, lavorando in prima linea". E troppo spesso senza protezioni sufficienti. "Oggi i dipendenti hanno fatto uno sciopero simbolico di un minuto - conclude Frullo - per richiedere più sicurezza a tutela della salute". La sindaca Raggi ne ha promesse, a stretto giro, 100mila. 
 

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