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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Mafia Capitale, 29 giugno commissariata: "Rescissi contratti a 180 lavoratori e stipendi bloccati"

Il nuovo commissario della Cooperativa si chiama Flavio Bruno. Ha già incontrato una rappresentenza sindacale dei lavoratori, ma le notizie circolate tracciano un pessimo quadro

Rabbia, paura, sdegno, speranze poche, pochissime, e una gran voglia di urlare alla città che sono loro le prime vittime, non fosse altro per le 'finte' buste paga che si ritroveranno sulla scrivania. Il clima è teso nell'aula Verra dell'università Roma Tre, dove in mattinata si è svolta un'assemblea sindacale Usi (Unione Sindacale Italiana) con i lavoratori della 29 giugno. Cosa accadrà a chi, impiegato, è stipendiato dalla cooperativa sociale coinvolta nella cupola di Mafia Capitale? Difficile dare un quadro certo, i contratti sono in scadenza (la proroga arriva fino a marzo), di un possibile rinnovo degli appalti nessuno sa nulla, ma le news di oggi sono tutto fuorché confortanti. 

STIPENDI BLOCCATI - "La cooperativa ora ha un commissario, si chiama Flavio Bruno e con lui abbiamo già avuto contatti". A dare conto dell'incontro è Alessandra Petri, lavoratrice della cooperativa e rappresentante sindacale per l'appalto di portierato dell'Università di Roma Tre. "Al momento sono stati bloccati i fondi, quindi non verranno erogati gli stipendi per il 15 dicembre, come previsto. Bruno dice che ci sarà un impegno per sbloccarli entro il 30 del mese, certezze in tal senso però non ne abbiamo". 

Fondi bloccati, e stipendi pure, per tutti i 1300 lavoratori impiegati dalla coop di Salvatore Buzzi, il sodale numero uno dell'ex Nar Carminati. "Le buste paga arriveranno - prosegue Petri - ma le banche hanno detto che non possono elargire il denaro. Quindi sarà come non riceverle. Come se ci dicessero 'ecco guardate, questa è la cifra che vi sarebbe toccata, peccato che non è coperta'". Ride di un riso amaro, anche perché la seconda notizia da svelare, che interessa i lavoratori impiegati a Roma Tre, non è migliore. 

RESCISSI CONTRATTI DEI PORTIERI - "Essendo la 29 giugno dentro il bando vinto dal Cns (Consorzio Nazionale dei Servizi), quest'ultimo ha rescisso i contratti di 180 lavoratori. Secondo il commissario si tratta di un atto dovuto, per prendere ulteriormente le distanze dalla 29 giugno, presumo. Su questo punto Bruno ci ha parlato anche di un possibile passo indietro da parte del Cns, altrimenti ha detto che si andrà per vie legali". Perché, secondo i rappresentanti sindacali presenti, "non è un'azione legale, non può farlo Cns perché il nostro contratto comunque è firmato dalla 29 giugno". 

"Ma quindi siamo licenziati?" si chiede qualcuno, seduto in aula, nel brusio generale. "Cioè ci stanno per arrivare le lettere di licenziamento?". No, la rescissione non equivale al licenziamento, ma è una mossa che, a quanto risulta ai presenti, potrebbe anche anticiparlo. "E' la prima volta che ci troviamo in una situazione simile, non sappiamo quale sarà la procedura seguita". Per la presente Serenetta Monti, sindacalista Usi, la mossa del Cns "non rispetta le regole stabilite dalla legge per i licenziamenti collettivi". Quindi, "la rescissione non può tradursi in licenziamento". 

"CONTROLLI MAI EFFETTUATI" - E' sempre la Monti a rivendicare, a braccetto con il segretario romano dell'Usi, Giuseppe Martelli, una serie di altolà rivolti al Comune sì ma anche al Prefetto. "Quante volte abbiamo chiesto controlli sul sistema di appalti? Sono anni che denunciamo irregolarità e che portiamo avanti la battaglia per l'internalizzazione dei servizi. Nessuno ci ha mai ascoltato, nessuno è mai intervenuto. Non abbiamo ricevuto neanche una risposta alle nostre segnalazioni". E invece "avevamo ragione". 

"Al commissario del Pd Roma Matteo Orfini abbiamo detto che abbiamo prove chiare e conclamate di quanto abbiamo denunciato nel tempo - prosegue Monti - se la politica non ci ascolta, siamo pronti ad andare in Procura, a farci una chiacchierata con Pignatone". Poi l'affondo al sindaco Marino: "Noi a Roma abbiamo un problema: se vogliamo considerare onesto il sindaco, allora dobbiamo necessariamente affermare che è un imbecille, perché ha sempre detto di essere caduto dalle nuvole. Ma come è possibile dire di non sapere se alcuni degli indagati erano nel suo governo? A noi non servono gli onesti imbecilli, ma un sindaco che ascolti la parte pulita della città".

IL MINI CORTEO - L'incontro con i lavoratori si chiude con un minicorteo, parallelo alla cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico. "Fuori la mafia dall'università" e "No ai licenziamenti dei lavoratori delle portinerie e dei servizi ausiliari". Sono alcuni degli slogan gridati dai lavoratori che hanno sfilato all'interno della facoltà, dall'aula Verra fino al portone di ingresso dell'università, al grido di "basta austerità" e tenendo alto lo striscione: "Roma città aperta, Roma resiste!". "Ci opponiamo ai licenziamenti, ai tagli indiscriminati e alle privatizzazioni", spiegano. Ma soprattuto, esigono "trasparenza dopo i fatti di Mafia Capitale".

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