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Fds: e poi dicono che la mafia nel Lazio non c’è, il convegno

La federazione di sinistra ha organizzato un convegno per parlare degli insediamenti mafiosi nel Lazio per capire perché e come fermare la criminalità organizzata entrata nel Lazio con 61 cosche

In molti hanno aderito all’assemblea pubblica organizzata dalla Federazione della Sinistra Lazio nella mattinata di sabato 4 dicembre presso la sede della Regione Lazio a Garbatella. Alla base dell’incontro la volontà di capire perché e come fermare la criminalità organizzata che, come dimostrano i  dati presentati dalla Fds, è ormai entrata attivamente nel Lazio con 61 cosche insediate che la rendono la seconda ragione per ecomafie, seconda ragione per reati d’usura, quarta per beni confiscati e quarta regione per reati di estorsione.

L’assemblea si è aperta con la visione del documentario “La Quinta Mafia” di Antimo Lello Turri e prodotto dall’associazione Libera Lazio, da sempre attiva nelle problematiche legate alla mafia, ed è proseguita con gli interventi  di rappresentanti di varie realtà legate al problema quali l’ass.ne Antonio Caponetto, Legambiente della provincia di Sabaudia, Equorete, SOS Impresa, FILLEA-CGL  ed altre, per concludersi con un buffet di prodotti di Libera Terra coltivati sulle terre sequestrate alla criminalità.

“Uno dei problemi principali è che - spiega Fabio Alberti della Federazione della Sinistra Lazio -  con la legge di assestamento di bilancio sono stati tagliati i finanziamenti alle associazioni antiusura, con uno scivolo da 1,5 milioni di euro a 750.000 euro affidati al “Fondo per prevenire e combattere il fenomeno dell’usura”. Il tutto a fronte delle promesse iniziali del presidente della Regione Lazio renata Polverini che diceva piuttosto  di alzare il finanziamento a 2 milioni”.
Le conseguenze si avvertono sempre di più, con processi e insediamenti mafiosi su tutto il litorale romano, ma anche attraverso un legame in crescita tra mafia e politica, evidenziato in casi quali la nomina di presidente della commissione lavori pubblici e politiche della regione Lazio per De Balzo, indagato per truffa e frode in appalto pubblico (sono sette  le ordinanze di custodia cautelare eseguite dalla guardia di finanza a Minturno -in provincia di Latina- verso Del Balzo).

“Il periodo di crisi che stiamo vivendo- prosegue Fabio Nobile consigliere della Federazione della Sinistra- favorisce l’insediamento mafioso che ha a sua disposizione una liquidità tale da entrare in un mondo di confine tra economia legale e illegale: la mafia subentra con l’acquisto di immobili, ipermercati, aziende. Proponiamo alla Regione di costruire un osservatorio antimafia e siamo a disposizione per offrire il nostro aiuto e la consulenza di tutti noi”
E’ proprio in merito all’osservatorio antimafia che si infuria Elvio Di Cesare dell’Ass.ne Caponnetto Lazio.

“La politica è ormai corrotta- spiega- lo stato, con casi come quello dell’imprenditore siciliano Ignazio Cutrò a cui hanno bruciato l’azienda, è in grado di fornire solo la scorta. Potrebbe incentivare piuttosto l’entrata di Cutrò in un osservatorio antimafia e dare lui un lavoro vero che gli permetta davvero di sopravvivere. La mafia è nella società civile che non denuncia, ma è soprattutto fra i progettisti, ingegneri e architetti, fra i notai, nelle banche”.

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