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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica

Contratto decentrato, tutto da rifare: i lavoratori bocciano Marino e il duo Cgil-Cisl

Al referendum sulla pre-intesa sul nuovo salario accessorio ha vinto il 'no'. Ora si torna all'atto unilaterale approvato dalla giunta nel luglio scorso. Nuova tensione tra sindacati e Campidoglio: "Riaprire le trattative"

Contratto decentrato, si riparte dal via. I dipendenti capitolini hanno bocciato la pre-intesa raggiunta tra l'amministrazione capitolina, Cgil e Cisl che legava l'erogazione del salario accessorio alla produttività. Al referendum, al quale ha partecipato circa il 60% dei 24 mila lavoratori comunali, ha vinto il 'no'. 8605 voti contrari a fronte di 5755 favorevoli. Fp Cgil e Cisl Fp di Roma, prendendo atto di una “grande prova di democrazia partecipata”, ritireranno la firma, molto probabilmente già nella giornata di oggi. Si ritorna così a quell'atto unilaterale approvato nel luglio scorso dalla giunta capitolina senza il benestare della rappresentanza dei lavoratori, peggiorativo rispetto a quanto contenuto nell'intesa. Il 'no' dei dipendenti capitolini ha però parlato chiaro respingendo il contratto nato sulla spinta dei rilievi del Ministero dell'Economia e delle Finanze. A pesare anche le buste paga 'alleggerite' dei primi mesi di nuovo contratto. "Saranno regolarmente pagate nei mesi seguenti" aveva assicurato l'amministrazione. Ma forse non è bastato a calmare gli animi. Il 'no' ha cancellato un anno e mezzo di difficili trattative sindacali culminate spesso in proteste e manifestazioni segnando, ancora una volta, la profonda frattura tra il Campidoglio e i suoi lavoratori.

Bocciata la pre-intesa sindacale ma, inevitabilemente, bocciata anche la strada 'della produttività e del merito' tracciata ormai oltre un anno e mezzo fa dai rilievi del Mef dalla quale però il Campidoglio ha già dichiarato di non volersi staccare. La disponibilità a riaprire il tavolo c'è, ma la strada è in salita. Dopo mesi di trattative, a prevalere è infatti la consapevolezza di non “poter arrivare un'intesa migliore di quella che era già stata raggiunta per andare in contro alle richieste dei lavoratori”. Il rischio è quello di uno 'stallo' che vede intanto però attivo il cosidetto 'contratto unilaterale'.

COSA CAMBIA TRA IL VECCHIO CONTRATTO, IL NUOVO E L'INTESA 'BOCCIATA'

I sindacati sono nuovamente sulle barricate. Per la Uil Fp, che aveva ritirato la firma dell'intesa, è necessario “riprendere il tavolo delle trattative e cambiare impostazione contrattuale”. Sulla stessa linea l'Unione sindacale di base, tra i sostenitori del 'no', secondo cui la scelta dei lavoratori “impone all’Amministrazione capitolina di cambiare completamente rotta nei rapporti con i propri dipendenti”.  Così anche l'Ugl, che scrive: “Ci auspichiamo quanto prima, l'immediata ripresa delle trattative con le parti sociali, al fine di pervenire all'equo riconoscimento ed alla valorizzazione delle professionalità delle 24.000 persone che prestano il loro lavoro”. Di “schiaffo all'arroganza politica” parla invece il Sulpl che legge nell'esito del referendum “un segnale al loro datore di lavoro nel quale dicono basta ad una politica fatta di aggressione alla loro dignità ed al loro continuo linciaggio mediatico”.

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