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Aree ex abusive, consorzi in guerra contro le nuove regole: "Impossibile da applicare"

Martedì l'assemblea alla sala Loggia dei Signori dell’Hotel Sheraton al Parco de’ Medici

“Non applicheremo mai questa delibera. Siamo pronti a versare tutti i soldi destinati alle opere pubbliche nelle casse del Comune”. È scontro aperto tra i consorzi di autorecupero dei quartieri ex abusivi della capitale e l’amministrazione capitolina che lunedì ha approvato una delibera in Giunta con la quale si chiede ai consorzi di costituirsi in soggetti giuridici riconosciuti e non più semplici associazioni per adeguarsi alle nuove leggi in tema di appalti pubblici. Ieri sera la sala Loggia dei Signori dell’Hotel Sheraton al Parco de’ Medici si è riempita per un’assemblea di protesta verso l’operato sul tema del Campidoglio pentastellato alla quale hanno aderito molti esponenti dell’opposizione, dal Pd a Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega, e alla quale si è aggiunta anche la posizione critica della presidente del VII municipio, Monica Lozzi. Anche se non annunciati, all’assemblea hanno preso parola anche l’assessore all’Urbanistica, Luca Montuori, e la presidente della commissione corrispondente, Dontella Iorio.

“Abbiamo chiesto formalmente il ritiro della delibera”, spiega a Romatoday Luciano Buccheri, presidente del Consorzio periferie romane. “Circa un anno e mezzo fa, quando abbiamo visionato la bozza della delibera, avevamo preannunciato che saremmo stati pronti a sciogliere i consorzi in caso di approvazione. La versione passata in Giunta è addirittura peggio: non solo è sbagliata ma non avrà nemmeno alcun effetto perché in queste condizioni non possiamo procedere con la realizzazione delle opere previste. L’unica strada è ridare i soldi al Comune”.

Diversi i punti del documento sotto attacco. “Per esempio la delibera introduce il costo dell’Iva a carico dei consorzi. Sul fatto che sia giusto o sbagliato ne possiamo anche discutere ma la delibera prescrive che chiunque non garantisce la copertura di questi soldi non può firmare le convenzioni. Cambiano anche i modi per svincolare i fondi per le fideiussioni: fino a oggi una norma prevedeva che queste potessero essere sbloccate a stralci, lasciando che solo il 25 per cento venisse mantenuto fino al collaudo e all’acquisizione del bene al Comune di Roma. Oggi bisogna mantenere il cento per cento della fideiussione. Peccato che gli interessi costano molto e qualunque ritardo nel concludere l’iter peserà economicamente sulle spalle dei consorzi”. Altro elemento: “Non viene garantita la copertura dei costi tecnici. Il Comune può decidere di anticipare il 30 per cento della spesa prevista e saldare, eventualmente, al termine della verifica. Tutti questi elementi ci sembrano norme capestro di chi non vuole più realizzare le opere a scomputo con i consorzi”.

La battaglia sarà anche politica. “Abbiamo chiesto formalmente il ritiro della delibera”, continua Buccheri. “Tutti i partiti dell’opposizione sono pronti a votare contro. Non solo. Ci batteremo affinché l’amministrazione riservi un capitolo di bilancio ai soldi che verseremo nelle casse del Comune. Vogliamo essere sicuri che vengano utilizzati per riqualificare le borgate di Roma. L’approvazione di queste delibera avverrà contro i consorzi. Non firmeremo nessuna convenzione”. 

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