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Mercoledì, 6 Dicembre 2023
Politica

Pulizia e trasporto scolastico, nuovo flop del M5s: il Consiglio di stato boccia l'affidamento diretto del servizio

I giudici stroncano la procedura e condannano Roma Capitale al pagamento delle spese processuali

Non c'è pace per l'appalto di global service del Comune di Roma, l'insieme di mansioni legate a pulizie di nidi e materne, manutenzione del verde e trasporto scolastico, fin'ora in capo a Roma Multiservizi. Il Consiglio di Stato ha bocciato per la seconda volta anche l'ultima strada intrapresa dalla maggioranza M5s, quella dell'affidamento diretto al Cns, Consorzio nazionale servizi. Le toghe di palazzo Spada hanno accolto il ricorso di Multiservizi contro il Campidoglio, confermando la sospensione dell'aggiudicazione e condannando Roma Capitale al pagamento di 2.500 euro di spese processuali. La ragione?

Facciamo un rapido passo indietro. Il Campidoglio ha detto addio alla Roma Multiservizi e annunciato a luglio che i servizi scolastici sarebbero passati nelle mani della Newco Spa, una nuova società controllata dal Comune con il 51% delle quote, ma di fatto gestita dal Cns, che ne avrebbe posseduto il 49%. La ragione della stroncatura del Consiglio di Stato? I giudici spiegano che la determina dirigenziale del 6 luglio 2020 con cui il Comune ha proceduto all'affidamento, "è motivata con ragioni di estrema urgenza che renderebbero strettamente necessario il ricorso alla procedura negoziata senza bando".

Tuttavia, "come obietta la ricorrente, il riferimento a tale ultima fattispecie è da intendersi elusivo dell'ordinanza di sospensione della procedura negoziata senza bando, già avviata ai sensi dell'art. 63, comma 2, lett. a), nel presupposto che fosse andata deserta la procedura aperta precedentemente indetta, dalla quale è stato escluso l'unico offerente RTI Rekeep- Multiservizi". Tali circostanze, spiegano i giudici, "inducono, infatti, ad escludere che la procedura oggetto delle determinazioni qui contestate sia una 'procedura [...] nuova e diversa' rispetto a quella sospesa". Già, perché il Consiglio di Stato una procedura negoziata con lo stesso oggetto l'aveva già sospesa nel 2019. Capiamo meglio. 

Quella dell'affidamento diretto del servizio al Cns è stata una strada alternativa alla famosa gara "a doppio oggetto" da 475 milioni di euro, delineata con una delibera votata in Consiglio comunale ad agosto 2018, finita al centro di continue proteste oltre che di un'estanuante battaglia legale. Impugnata dalla stessa Roma Multiservizi quando il Campidoglio respinse la possibilità per la multiutility capitolina di prendere parte al bando, il Tar ha dato ragione al Comune in primo grado, mentre il Consiglio di Stato lo scorso febbraio ha congelato tutto e rinviato la decisione alla Corte europea. 

Nel frattempo il Campidoglio è andato comunque avanti con una gara negoziata, a inviti, a cui ha risposto soltanto il Cns. A ottobre 2019 l'annuncio dell'affidamento, a cui segue subito un altro ricorso di Multiservizi, accolto dal Consiglio di Stato. Anche qui il Campidoglio tira dritto e procede con un affidamento urgente al Cns. Oggi nuovamente bocciato. Una storia di continui flop che ha segnato l'intera consiliatura grillina. 


 

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