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Verso il voto di 19 consiglieri "aggiunti". Allo studio il posticipo delle urne a dicembre

Celli: "Vogliamo ulteriormente valorizzare e mettere al centro della nostra azione il loro ruolo"

Le elezioni dei consiglieri "aggiunti" si terranno, con ogni probabilità, a fine del 2022. Un posticipo che servirà a definire meglio le competenze dei nuovi eletti in un documento specifico. "Vogliamo ulteriormente valorizzare e mettere al centro della nostra azione il loro ruolo - commenta la presidente del Consiglio comunale Svetlana Celli - stiamo valutando la possibilità di posticipare la data delle elezioni a dicembre per presentare un documento che meglio definirà le competenze di questa preziosa figura".

A tal proposito è stata firmata una mozione in Consiglio comunale per chiedere l'indizione delle elezioni. "Finalmente approvato un atto determinante per la rappresentanza dei cittadini stranieri presenti a Roma" dichiara il consigliere di Demos Paolo Ciani, primo firmatario. Ma vediamo cosa si intende con il termine "consiglieri aggiunti" e come intervengono nel sistema della rappresentanza in Campidoglio. 

Chi sono i consiglieri aggiunti 

La presenza in aula dei consiglieri aggiunti è prevista dallo Statuto di Roma Capitale. Eletti per la prima volta nel 2004, durante la consiliatura Veltroni, sono stati rinnovati nel 2006 e rimasti gli stessi fino al 2013 con Gianni Alemanno. Da sette anni nessuno li rielegge. Vengono scelti esclusivamente dagli appartenenti delle diverse comunità straniere presenti a Roma, le più rappresentative. Parliamo di quattro consiglieri per il Campidoglio e uno per ognuno dei 15 municipi, quindi in totale saranno 19. Non votano gli atti, non possono firmare mozioni di sfiducia al sindaco o al presidente di municipio e non vengono conteggiati, si legge nel regolamento, "ai fini del raggiungimento di qualsiasi maggioranza qualificata o quorum". Vengono però rimborsati come un qualunque consigliere con gettoni di presenza per ogni seduta di Consiglio o commissione da 50 euro, per il Campidoglio, da 30 per i parlamentini. 

"Gli stranieri hanno diritto a una rappresentanza" 

"A livello nazionale come Demos abbiamo proposto di estendere il diritto di voto alle elezioni comunali ai cittadini extracomunitari residenti da almeno 5 anni, - commenta il consigliere Ciani - ma nell'attesa di questa riforma abbiamo voluto almeno reintrodurre in questa Aula una figura che seppur priva di voto è importante per il confronto democratico e prevista dalla legge". E ancora: "Roma è una città multietnica per natura, storia, cultura e tradizione, una città accogliente e inclusiva. Alla luce della realtà di condivisione del tessuto cittadino e quotidiano con tanti cittadini non comunitari, è più che anomalo che chi vive qui ma è nato altrove non abbia da anni una persona che ne rappresenti i diritti". Anche perché, ricorda Ciani, la popolazione stranieri al 1 gennaio 2020 a Roma costituiva il 7,4% dei romani. Una percentuale destinata a salire. 


 

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