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A Roma si torna alle urne: in primavera l'elezione di 19 consiglieri "aggiunti"

Una presenza prevista dallo Statuto di Roma Capitale. Non vengono rinnovati dal 2013. Celli: "Loro contributo sarà prezioso"

Nella Capitale si torna alle urne. Tra il 15 marzo e il 15 giugno (la data precisa è ancora da fissare) verranno eletti i consiglieri comunali e municipali cosiddetti "aggiunti", in rappresentanza degli stranieri extracomunitari residenti a Roma. "Avranno il prezioso compito di avvicinare i cittadini non comunitari alla vita politica della Capitale stimolando il dialogo e la collaborazione, anche con proposte concrete per rendere Roma sempre più inclusiva, plurale e attenta ai diritti e ai bisogni di tutti'' ha spiegato la presidente dell'aula Giulio Cesare, Svetlana Celli. 

La presenza in aula dei consiglieri aggiunti è prevista dallo Statuto di Roma Capitale. Eletti per la prima volta nel 2004, durante la consiliatura Veltroni, sono stati rinnovati nel 2006 e rimasti gli stessi fino al 2013 con Gianni Alemanno. Per sette anni nessuno li ha rieletti. In calendario una mozione ne chiede il ripristino, a firma del consigliere di Demos, Paolo Ciani. Non è stata ancora discussa ma il sindaco Gualtieri ha già deciso e la presidente Celli già annunciato che l'elezione ci sarà. Cosa possono fare i consiglieri extracomunitari e come funziona il voto? 

Vengono scelti esclusivamente dagli appartenenti delle diverse comunità straniere presenti a Roma, le più rappresentative. Parliamo di quattro consiglieri per il Campidoglio e uno per ognuno dei 15 municipi, quindi in totale saranno 19. Non votano gli atti, non possono firmare mozioni di sfiducia al sindaco o al presidente di municipioe non vengono conteggiati, si legge nel regolamento, "ai fini del raggiungimento di qualsiasi maggioranza qualificata o quorum". Vengono però rimborsati come un qualunque consigliere con gettoni di presenza per ogni seduta di Consiglio o commissione da 50 euro, per il Campidoglio, da 30 per i parlamentini. 

La polemica: "Mossa ridicola e spendacciona"

Un'iniziativa che non piace a tutti. "Ridicola e spendacciona" per il consigliere leghista Fabrizio Santori. "Eleggere i consiglieri aggiunti in Assemblea capitolina e nei municipi è un altro passaggio clientelare cui la sinistra non riesce a sottrarsi - commenta - uno spreco di denaro e un elemento di disequlibrio nelle riunioni dei consiglieri appena eletti, sia a livello centrale che locale".

Sulla stessa linea il presidente della commissione Trasparenza, consiglieri di FdI, Andrea De Priamo che parla di "contentino inutile e di facciata che la maggioranza vuol concedere per fini meramente propagandistici". Lancia però una proposta: "Sarebbe più utile rilanciare la Consulta delle Comunità Straniere, utilizzando le risorse finanziarie che andrebbero agli stipendi dei consiglieri aggiunti. Il coinvolgimento delle comunità che vivono a Roma deve passare attraverso un modello partecipato e di confronto di tutte le realtà che, attraverso lo strumento della consulta, possono offrire spunti, riflessioni e strumenti reali e condivisi per una sempre maggiore integrazione". 

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