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Congresso Pd Lazio, Angelucci sospende la sua candidatura. Attacco a Leodori e Schlein

Il consigliere capitolino sfida Leodori alla guida della federazione regionale, ma contesta il modo in cui si arriverà a scegliere il vincitore e chiede un incontro coi vertici nazionali

Mariano Angelucci ha sospeso la sua candidatura al congresso del Pd Lazio. Il capitolino, sfidante di Daniele Leodori, da giorni è in aperta polemica con l'ex vicepresidente della Regione e con la segreteria nazionale. I risultati delle amministrative in provincia di Roma e in tutto il territorio sono stati una chiave per criticare l'operato di chi ha retto e regge il partito locale, ma anche un modo per sottolineare che non tutti sono contenti della nuova linea del Pd: "C'è caos, si cambiano le regole in corsa e ora voglio che Schlein e Bonaccini mi incontrino". La pensa come lui anche Riccardo Corbucci.

Angelucci contesta le regole del congresso Pd Lazio

La competizione per la guida del Pd Lazio sta assumendo i confini dello scontro sul ring. A un angolo l'ex vice di Zingaretti, Daniele Leodori, delfino del compianto Bruno Astorre e riferimento laziale della corrente dei franceschiniani (AreaDem). All'altro Mariano Angelucci, possiamo dire ormai ex Base Riformista, consigliere capitolino d'ispirazione cattolica, eletto nell'ottobre 2021 dopo una lunga esperienza territoriale. Da giorni contesta le regole di questo congresso: "Umiliano gli iscritti con una consultazione nei circoli che non ha senso, siamo solo due candidati, il dibattito andava fatto con più tempo e sui programmi - accusa Angelucci - invece si perde tempo per qualcosa che è stato già deciso". 

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I motivi dell'agitazione del consigliere riformista vicino a Gualtieri

Per Angelucci, nei mesi sempre più vicino al sindaco Roberto Gualtieri e al deputato Claudio Mancini - che, però, ha deciso di non mettere i bastoni fra le ruote di Leodori nella corsa sul Lazio - entrambi i congressi (romano e laziale) si sarebbero dovuto svolgere a settembre. Con tempi così concertati e solamente due candidati, andare direttamente alle primarie nel caso del Lazio sarebbe stato, per lui, più sensato: "Ci hanno fatto passare per quelli che 'scocciavano' - prosegue - . Hanno deciso i tempi, poi sono state decise delle regole come anche avvenuto in Sardegna e in altre regioni che hanno modificato in corsa senza alcuna spiegazione mettendo nel caos il congresso e continuando con l'umiliazione degli iscritti che ora dovranno votare, senza che ancora oggi ci sia la platea degli iscritti certificata, per qualcosa che non decide nulla perdendo del tempo prezioso che avremmo dovuto usare per il confronto, il dibattito e l'analisi dei programmi. Sembra che il partito sia una loro proprietà. Tutto questo nel silenzio ad oggi della nostra Segretaria che nessuna parola ha detto sul congresso del Lazio". 

Gli attacchi a Schlein e a Leodori

Non è una novità, d'altronde, che ai riformisti la nuova linea del Pd non piaccia. Angelucci recentemente ha anche attaccato la delegata alla riconversione ecologica della segreteria nazionale, Annalisa Corrado, rea di aver messo in discussione il progetto del termovalorizzatore di Roma. "Ci stiamo provando con tutto il cuore a dare una mano a rinnovare il PD Lazio e il gruppo dirigente che ha perso ogni competizione possibile negli ultimi anni - continua Angelucci - Abbiano perso le elezioni nazionali, regionali, tutti i capoluoghi e tutte le maggiori città del Lazio esclusa Roma. Nonostante questo, senza alcuna presa di responsabilità nei confronti della nostra comunità, senza alcuna discussione, confronto con gli iscritti, senza alcuna disponibilità a fare un passo di lato viste le numerose sconfitte, Leodori e tutto quel gruppo dirigente che ha governato e fatto tutte le scelte politiche che hanno determinato queste sconfitte si è candidato a governare il Partito". 

Angelucci: "Non partecipiamo al voto"

Ora, a pochi giorni dalle primarie aperte a tutti che si svolgeranno il 18 giugno, Angelucci fa un passo indietro e annuncia: "Sospendo la mia candidatura, in attesa di un incontro con la segretaria Schlein e il presidente Bonaccini, che spero possa avvenire già oggi (il 5 giugno, ndr)" fa sapere. "Mi auguro che ci sia un sussulto immediato - conclude - . Per l' enorme rispetto che abbiamo verso la nostra comunità, in attesa di avere un chiarimento parteciperemo alle discussioni nei circoli, ma in segno di solidarietà verso il ruolo degli iscritti non parteciperemo al voto e chiediamo che lo stesso venga tolto non comportando nessuna scelta".

Corbucci: "Presa in giro per gli iscritti, la politica è una cosa seria"

Non parteciperà nemmeno un altro capitolino, Riccardo Corbucci, presidente della commissione Statuto, Innovazione e Roma Capitale, altro esponente dem notoriamente vicino al deputato Mancini e al sindaco Gualtieri: "Succederà per la prima volta da quando è nato il Pd - ha fatto sapere -. La prima fase congressuale serve per decidere i due che andranno alle primarie, stavolta già sono due i candidati. Quindi in questa occasione la prima fase è del tutto inutile, sarebbe una presa in giro verso gli iscritti, che hanno già visto ribaltato nelle primarie il loro voto alle primarie nazionali.  Nei giorni scorsi avevo lanciato un appello ai due candidati affinché con un po’ di buon senso tutti ci potessimo concentrare sulla buona riuscita delle primarie del 18 giugno e sull’organizzazione di momenti di discussione delle mozioni congressuali. Mi sembrava che entrambi avessero colto con responsabilità il senso dell’appello. Tuttavia, poi, è accaduto qualcosa. Qualcuno pare abbia detto che non si possano cambiare le regole in corsa". E qui l'attacco frontale, che parte da un altro sostenitore della mozione Bonaccini: "Sarebbe divertente  - punge l'ex consigliere del III municipio - se ad averlo detto fossero stati proprio coloro che del cambio delle regole in corsa hanno usufruito nell’ultimo congresso nazionale. Stavolta non parteciperò ad un rituale privo di senso. Spero che il Partito Democratico cominci davvero a fare opposizione al governo delle destre e sostenga con convinzione le amministrazioni di centrosinistra di tutta Italia, a cominciare da quella di Roma”. 

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