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Concorso notarile: proseguono le indagini per abuso d'ufficio

Le indagini riguardo l'annullamento del concorso proseguono. Per gli inquirenti il reato ipotizzato è abuso d'ufficio. Relativamente alla bagarre scatenatasi in aula si procederà per resistenza a pubblico ufficiale e rifiuto di comunicare le generalità

Continuano le indagini riguardo l'annullamento del concorso per notai del 29 ottobre scorso, sospeso dopo le proteste dei candidati che lamentavano presunti brogli.

Dopo la presentazione di un'interrogazione parlamentare  nella quale si chiedono spiegazioni sulla presunta diffusione della traccia dell'esame su internet e l'apertura di un fascicolo processuale, il reato ipotizzato dagli inquirenti è abuso d'ufficio. Verrà richiesta inoltre una relazione alla commissione d'esame e alcuni candidati verranno interrogati come testimoni.

Il carteggio è affidato al pubblico ministero Attilio Pisani, lo stesso che sta indagando sulla bagarre scoppiata in aula. Per quanto riguarda questo aspetto, si procederà per resistenza a pubblico ufficiale e rifiuto di comunicare le generalità.

Il Ministero sta inoltre valutando l'ipotesi di chiedere un parere giuridico-amministrativo sulla vicenda, ad un organismo consultivo del governo (Consiglio di Stato o Avvocatura generale dello Stato).

Nella relazione dei tecnici del ministero arrivata sul tavolo del Guardasigilli, riguardante lo svolgimento dei fatti relativi alle prove e al conseguente annullamento, è stato sottolineato che il concorso non ha avuto intoppi durante il primo giorno di prove. Il secondo giorno invece, un candidato ha lamentato che una delle tracce proposte era molto simile a quella sottoposta al corso di esercitazioni della scuola di Roma 'Anselmo Anselmi' e circolata anche su internet. Il terzo giorno è scoppiata la protesta e alcuni candidati si sono presentati nell'aula della Fiera di Roma chiedendo di parlare con la Commissione che, entrata in aula alle 13.15, è stata accolta con grida di contestazione. Alle 16.20 la prova è stata interrotta, nonostante fosse intervenuta anche la polizia penitenziaria per sedare la situazione. La terza prova quindi non si è svolta.

Il ministro Alfano dovrà ora decidere se annullare solo la seconda prova o anche gli elaborati svolti il primo giorno. Tra i candidati era presente anche Geronimo La Russa, figlio del ministro della Difesa. "Non sapevo che avesse partecipato al concorso per notai - ha dichiarato oggi l'esponente di governo - mio figlio si sente parte lesa e se ci sarà una costituzione di parte civile lui parteciperà". Riguardo le decisione che dovrà prendere il ministro Alfano ha aggiunto: "Credo che il ministro Alfano saprà prendere tutte le misure necessarie per dare decoro e quello che é uno dei concorsi più importanti e che deve rimanere al di sopra di ogni sospetto. Per quanto riguarda mio figlio sicuramente lo è".

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