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Bilancio consolidato e concordato preventivo, ecco perché le due partite si intrecciano

Recepiti con un emendamento i rilievi dell'Oref

Concordato preventivo e bilancio consolidato, le due partite più delicate della giunta Raggi si intrecciano. E si complicano. I conti precari sono difficili da far tornare e i rilievi mossi dall'Oref hanno acceso i fari su un punto già rilevato dall'ex assessore al bilancio Andrea Mazzillo: i conti di Campidoglio e Atac sono legati da un destino comune e il deterioramento di un credito o di un debito mette a rischio i conti del Comune.

E' proprio sulla partita di giro tra municipalizzate e Campidoglio che hanno puntato il dito i contabili del ministere. Per come è compilato il bilancio non si riescono a distinguere debiti e crediti. Intervistata da Repubblica oggi la presidente dell'Oref Federica Tiezzi spiega a proposito dei 290 milioni che ballano: "Non sappiamo a chi attribuirli. Non sappiamo neanche se l’importo è realmente quello. L’importo potrebbe essere più alto". Nonostante le critiche, le furiose dichiarazioni e i falli di reazioni sui social, il M5s ha recepito il parere e con un emendamento di fatto si impegna a rimettere tutto in ordine entro fine anno. 

A spiegare in maniera chiara come le due partite si incastrino è Fabio Rossi su Il Messaggero. Nell'edizione di oggi si legge: "Il Comune vanta nei confronti della municipalizzata un credito nominale molto superiore a quello reale. Una circostanza, quest'ultima, che potrebbe far sollevare il sopracciglio ai creditori privati: quelli per intenderci che avanzano nei confronti dell'Atac crediti per oltre 300 milioni e che potrebbero sentirsi danneggiati da una sopravvalutazione dei soldi che spetterebbero al Campidoglio nell'ambito della procedura del concordato.  I fornitori potrebbero quindi puntare il dito proprio sulle carenze nei documenti contabili messe in evidenza dall'Oref, rendendo più difficile l'approvazione del documento finale che sarà sottoposto al vaglio dei giudici". 

Si spiegherebbe così la reazione scomposta da parte della maggioranza grillina. Il parere infatti, pur non vincolante, potrebbe pesare da un lato sul posizionamento tra i creditori nel concordato e dall'altro sulla svalutazione del credito. Si vivrebbe, in sostanza, il rischio paventato da Andrea Mazzilo, denuncia alla base della sua defenestrazione. 
 

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