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Atac, il concordato "non è idoneo": l'altolà del Tribunale

Il decreto dei giudici bacchetta il piano. Fissata per il 30 maggio l'udienza. Polemiche dall'opposizione

Il 30 maggio è fissata l'udienza nelle aule del Tribunale civile. Ma intanto il primo giudizio espresso dai magistrati che hanno esaminato il documento non è dei migliori. Il concordato preventivo redatto da Atac e depositato presso il tribunale fallimentare per salvare l'azienda dal debito monstre e risollevare il trasporto pubblico, è "inidoneo". E' tutto scritto in ventidue pagine di decreto, i cui stralci sono riportati in un articolo del Corriere della Sera a firma di Ilaria Sacchettoni. 

Una parziale bocciatura, seppur informale. Un altolà che dà tempo due mesi alla partecipata del trasporto pubblico per integrare la documentazione. Diversi i punti contestati: la mancata contemplazione dell'ipotesi di un insuccesso della procedura, l'offerta chilometrica da incrementare senza però specificare con quali risorse, il nuovo modello di manutenzione citato nel piano dove però, obiettano i magistrati, "non è in alcun modo esplicitato quale e in che cosa dovrebbe consistere". Le contestazioni toccano anche la digilitazzazione aziendale, quella che secondo Atac dovrebbe assicurare maggiori ricavi dalla vendita dei biglietti.  Per i giudici "questi interventi appaiono del tutto indeterminati", riporta il Corriere, e "solo abbozzati nei contorni". Ma soprattutto, "non appare ragionevole ritenere che la semplificazione dell’acquisto dei biglietti comporti di per sé un aumento delle vendite". 

Tutto sul concordato preventivo Atac

Tra i punti toccati anche la razionalizzazione dei costi, che "non individua, con specificità, in cosa consistano gli interventi in programma così da valutare, con un percorso logico, la loro effettiva realizzabilità e la concreta incidenza positiva nella riduzione dei costi".

La polemica politica 

Ed è bufera dalle opposizioni con polemiche trasversali da destra a sinistra. Il gruppo dei dem chiede immediatamente audizione in commissione mobilità all'assessore Meleo e all'ad Paolo Simioni. "Siamo seriamente preoccupati dei rilievi evidenziati dai giudici. Ora si apre una fase densa di incognite per il servizio di Tpl e che mette a serio rischio le sorti dell'azienda e il futuro occupazionale di migliaia di lavoratori" dichiarano i consigliere in una nota. Ricordando la loro ferma opposizione fin da subito all'ipotesi concordato. 

Sulla stessa linea Fratelli d'Italia. "La strada del concordato rappresentava un salto nel buio sia per l'azienda che per i dipendenti, ma il sindaco di Roma ha preferito fare orecchie da mercante e ha tirato dritto. La situazione è preoccupante" dichiarano i consiglieri Fabrizio Ghera e Andrea De Priamo. Commenta anche Stefano Fassina, consigliere di Sinistra per Roma. "Purtroppo, per il concordato preventivo di Atac i rischi più volte da noi evidenziati in aula Giulio Cesare sembrano materializzarsi come in un incubo. Oggi pomeriggio alla riunione dei presidenti dei gruppi chiederemo un consiglio comunale straordinario e urgente su Atac".

La precisazione dell'azienda

Atac con una nota stampa precisa "che il Tribunale non si è pronunciato sull'ammissibilità della proposta concordataria, bensì ha richiesto chiarimenti e integrazioni al piano depositato. Il Tribunale ha concesso fino al 30 maggio all’azienda per apportare le integrazioni richieste e produrre documenti integrativi. La richiesta di chiarimenti rientra nella normalità delle procedure concorsuali, in particolare se complesse come quella di Atac".

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