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Monte Stallonara (e non solo), il comune salva le case dopo la revoca della convenzione

Il dipartimento patrimonio acquisirà gli immobili e dovrà ultimare le stime entro 180 giorni. Nel frattempo ci sarà un gruppo di lavoro ad hoc per i piani di zona

Gli appartamenti costruiti all'interno dei piani di zona per i quali la Regione ha revocato il finanziamento alle ditte costruttrici inadempienti o fallite non finiranno all'asta o sul libero mercato immobiliare, ma verranno acquisite dal patrimonio di Roma Capitale. E' stata approvata in consiglio una proposta di delibera su iniziativa delle commissioni casa e urbanistica. 

La decisione segue la commissione del 25 maggio, durante la quale i consiglieri di maggioranza e opposizione avevano ascoltato le istanze dei residenti dei principali piani di zona interessati, quali Spinaceto 2, Borghesiana, Monte Stallonara e Castelverde. Quartieri nei quali centinaia di inquilini si trovano a vivere in un limbo urbanistico dopo che le società costruttrici, beneficiarie di contributi pubblici per realizzare piani di edilizia economica pubblica, sono fallite. 

Nella delibera si parte dal caso di Monte Stallonara, piano di zona B50: in questo caso la Regione ha revocato i fondi e annullato la convenzione con la "società cooperativa Forze Armate Casa Santa Barbara", il cui fallimento è stato dichiarato il 18 febbraio 2020 e conseguente annullamento della convenzione stipulata con rogito notarile il 23 ottobre 2008. 

A marzo 2022 erano arrivate altre revoche da parte della Pisana, per due società - anch'esse fallite - che avrebbero dovuto costruire 44 alloggi con un contributo complessivo di circa 2.500.000 euro. In precedenza anche Sei Srl, Acli Castelli Romani Seconda, Acli Castelli Romani Terza, II Nido, tutte facenti parte del consorzio Monte Stallonara, si erano viste revocare i benefici economici ed edilizi. 

"La delibera approvata in consiglio è importante - spiega a RomaToday il presidente della commissione casa Yuri Trombetti (Pd)  - perché per la prima volta si stabilisce esattamente quali sono le procedure. Una volta tolto il finanziamento da parte della Regione e l’autorizzazione da parte del comune alle società inadempienti, infatti, gli immobili entrano nel patrimonio pubblico. Secondo la nuova delibera si decide innanzitutto che il dipartimento patrimonio deve stimare il bene, attualizzare i dati catastali, provvedere a iscriverli in conservatoria ed espletare le formalità relative alla situazione di ciascuna unità immobiliare. Questo significa che deve prendere in possesso gli immobili".

Con due emendamenti, firmati tra gli altri dallo stesso Trombetti, da Antonella Melito e da Antonio Stampete "si impone agli uffici un termine di 180 giorni per fare le stime degli immobili - prosegue il consigliere dem - e inoltre si istituisce un gruppo di lavoro interno al dipartimento che si occuperò esclusivamente di questo tema per i piani di zona critici, quindi anche Spinaceto, Borghesiana, Castelverde. E questo gruppo ogni 120 giorni dovrà relazionare sul lavoro fatto direttamente alle commissioni casa e urbanistica".

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