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Personale capitolino

Così duemila dipendenti del Comune di Roma sono pronti a fare "carriera"

Entro il 5 giugno il Campidoglio vuole chiudere la partita delle progressioni verticali, ma è scontro con i sindacati

“Vogliamo andare spediti e chiudere tutto entro il 5 giugno perché i dipendenti capitolini non possono attendere oltre per tagliare un traguardo che potremmo definire storico”. E’ perentorio l’assessore al personale di Roma Capitale, Andrea Catarci. In ballo ci sono le progressioni verticali dei comunali, ossia il passaggio da una categoria a quella superiore attraverso una procedura di selezione interna. Poco più di duemila, sui 23mila in tutto, i dipendenti del comune di Roma che posso ambire a fare “carriera”. In particolare 675 dell’area tecnico amministrativa, 700 educatori ed educatrici scolastiche, 690 vigili urbani. Progressioni verticali che all’ombra del Marco Aurelio mancano da tredici anni. Così il Campidoglio vuole accelerare. 

Duemila progressioni verticali per i dipendenti di Roma Capitale

“Siamo l’unico ente locale che ha deciso di pagare con risorse proprie il differenziale degli stipendi. In questo modo - ha spiegato Catarci a RomaToday - possiamo procedere con le progressioni verticali, oltre duemila, senza intaccare la possibilità di assumere le 1500 nuove risorse che abbiamo previsto di inserire nell’organico. Stiamo facendo una cosa storica e importante per la città, lo stiamo facendo dando seguito a quanto scritto nel contratto e accogliendo anche le osservazioni delle organizzazioni sindacali”. 

Lo scontro con i sindacati

Sindacati che però sulla gestione delle progressioni verticali sono sul piede di guerra. “Tali progressioni, finalizzate a valorizzare le esperienze e le professionalità maturate presso l’amministrazione, sono finanziate da risorse limitate (previste nella legge di bilancio 2022), che consentono un numero di passaggi di circa 2.050 dipendenti e devono essere effettuate entro il 31 dicembre 2025. Ne beneficerà quindi - osserva la Fp Cgil - una parte ridotta di personale e, anche per questo, è indispensabile prevedere procedure pienamente trasparenti . Non a caso nell’art.13 del nuovo CCNL vengono previsti elementi selettivi basati su dati oggettivi e riscontrabili. Inoltre lo spirito del dettato dello stesso art. 13 è quello di poter far partecipare più dipendenti possibili alle prove selettive attraverso la deroga ai titoli di studio. Due parametri, non negoziabili”. 

“Si riservano posti per la figura del coordinatore pedagogico restringendo incomprensibilmente la platea degli aventi diritto a partecipare a tale selezione non prendendo in considerazione né le poses (posizione educativa dei servizi educativi e scolastici) né gli attuali funzionari educativi. Si consente di far partecipare alla selezione per coordinatore pedagogico anche a chi è in possesso di un diploma di scuola secondaria di secondo grado, attribuendo però un punteggio dominante al solo titolo di laurea magistrale in corsi afferenti alle classi pedagogiche, creando, di fatto, uno sbarramento che consentirebbe la progressione solo ad alcuni, che guarda caso corrispondono grosso modo al numero che si ritiene essere necessario istituire (250-300 unità). Come dire - osserva la Fp Cgil - una selezione di cui già si conosce l’esito”. 

“Dopo oltre 15 anni grazie alla contrattazione nazionale - sottolinea Mirko Anconitani, segreterio responsabile Uil Fpl Roma Capitale .- viene nuovamente valorizzata la professionalità dei dipendenti pubblici. Roma Capitale è il primo grande Ente ad aver scelto la strada della valorizzazione dei propri dipendenti, come Uil Fpl stiamo dando il nostro contributo al confronto, al fine di addivenire ad una procedura di valutazione che sappia coniugare la professionalità maturata dai dipendenti, ai titoli di studio e alla valutazione dei Curricula, delle competenze professionali e dell’ attitudine alle mansioni superiori. Vigileremo a garanzia dell’equità e delle pari opportunità, partendo dai dipendenti chi sul campo hanno già dimostrato il proprio valore per addivenire alla valorizzazione delle eccellenze che lavorano per l’Ente. Non lasceremo indietro nessuno, proponendo l’utilizzo di ogni possibile soluzione organizzativa".

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La valutazione "motivazionale"

La Fp Cgil dal canto suo tuona contro la valutazione definita motivazionale “sulla quale si pensa di attribuire un punteggio tale (20 punti) da diventare l’elemento dirimente tra chi passerà e chi non passerà, rischiando - sottolinea - di relegare il punteggio attribuito negli altri fattori oggettivi ad un elemento del tutto marginale”. Da qui lo scontro con il Campidoglio accusato di aver scelto una strada poco trasparente ed aver limitato, con un atteggiamento “restrittivo”, l’ampia partecipazione dei dipendenti alle progressioni verticali.  

La replica dell'assessore Catarci

“I requisiti previsti dal contratto sono la laurea e cinque anni di anzianità, il diploma e dieci anni di esperienza. Questo per passare da istruttore a funzionario. Per le aree più basse basta l’obbligo scolastico. Sulle progressioni verticali - replica Catarci - abbiamo fatto una nostra proposta e abbiamo invitato le organizzazioni sindacali a fare una loro proposta congiunta: l’avremmo accettata, si può dire, senza nemmeno leggerla. Non è arrivata, eppure hanno avuto due mesi di tempo. Evidentemente - osserva l’assessore - ci sono delle diatribe in corso che per chi non è addentrato in tali dinamiche sono di difficile comprensione. Non siamo disponibili a perdere tempo, perché - chiosa Catarci - i lavoratori di Roma Capitale stanno talmente male che provano altri concorsi, li vincono perché sono preparati e se ne vanno. Noi invece i migliori vogliamo tenerli”. 
 

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