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Mafia capitale, Comune e Ama parte civile nel processo Alemanno

Il Gup Nicola Di Grazia li ha ammessi insieme a Cittadinanzattiva. Nel filone d'inchiesta ex sindaco imputato per i reati di corruzione e finanziamento illecito. Il 18 dicembre si discuterà il rinvio a giudizio

Il Comune di Roma e l'Ama sono stati ammessi parte civile nel procedimento che vede imputato l'ex sindaco della Capitale, Gianni Alemanno, per i reati di corruzione e finanziamento illecito, nell'ambito di un filone dell'inchiesta 'Mafia Capitale'. Ad accogliere la richiesta il Gup dell'VIII Sezione del Tribunale di Roma, Nicola Di Grazia. Ammessa nella prima udienza preliminare anche Cittadinanzattiva.  

Il prossimo 18 dicembre si svolgerà una nuova udienza nella quale si entrerà nel merito e si discuterà sul rinvio a giudizio dell'ex primo cittadino. Il gup Di Grazia, inoltre, ha respinto le richieste di costituzione avanzate da Assoconsum e Confconsumatori. 

Ha dichiarato l'ex primo cittadino in una nota: "Come concordato con i nostri legali non ci siamo opposti alla costituzione di parte civile da parte di Roma Capitale e della società Ama. Data la natura del processo riteniamo infatti giusto e doveroso che le istituzioni e le società municipalizzate possano partecipare come parte civile. Alla prossima udienza rappresenteremo le nostre ragioni che dimostrano in maniera inequivocabile la mia totale estraneità agli addebiti che mi vengono mossi. Proprio per questo escludiamo in ogni caso il ricorso a riti abbreviati".

Ad Alemanno è contestato di aver venduto tra il 2012 il 2014 "la propria funzione" e di aver compiuto "atti contrari ai doveri del suo ufficio", l'aver posto le strutture del suo ufficio a disposizione di Buzzi e Carminati e l'intervento affinchè fossero erogati dal Comune di Roma finanziamenti a Eur spa. In cambio avrebbe ricevuto, in accordo con Panzironi, all'epoca ad di Ama, una serie di utilità materialmente erogate da Salvatore Buzzi: 75mila euro per cene elettorali, 40mila come finanziamenti alla fondazione Nuova Italia di cui era presidente e somme in contanti non inferiori a 10mila.

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