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Sabato, 20 Aprile 2024
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Dalla battaglia di Tor Marancia alla delibera delle certezze: come nasce la compensazione

'Pacta sunt servanda' è il titolo di un paragrafo del libro "Chi comanda Roma" di Ylenia Sina (Castelvecchi Rx). Il racconto di come è nato un meccanismo che ancora oggi tiene in banco nella Capitale

Raccontavamo ieri come la tenuta di Tor Marancia, con il sequestro di sabato, sia tornata nella cronaca dell'urbanistica romana. Ecco cosa accade nel 1997. Lo racconta Ylenia Sina, autrice del libro 'Chi comanda Roma'. Un ripasso secondo noi interessante per capire come nasce quel che sta accadendo in questi giorni.

È passata alla storia di Roma come la 'battaglia di Tor Marancia'. Siamo all’inizio del 1997. In Campidoglio siede Francesco Rutelli. In consiglio comunale sta per essere approvata un’importante variante al vecchio Prg, la Variante delle Certezze, destinata a preservare dal cemento diverse aree di verde pregiato. In totale, circa 60 milioni di cubature di previsioni edificatorie cancellate. Un processo durato diversi anni. La variante era in dirittura d’arrivo ma nell’Agro romano infuocava ancora una battaglia: quella per difendere la tenuta di Tor Marancia non ricompresa tra le aree da tutelare. Duecentoventi ettari a ridosso del parco dell’Appia Antica dove i costruttori – da Parnasi a Mezzaroma fino a un gruppo di cooperative "rosse" – aspettavano il via libera per la realizzazione di due milioni di metri cubi di cemento. Contro questa possibilità un vasto e compatto schieramento di forze sociali, intellettuali e politiche sostenute dall’allora sovrintendente al patrimonio archeologico di Roma, Adriano La Regina, che utilizzò tutte le armi a sua disposizione per difendere un’area dal grande interesse archeologico, paesaggistico, storico e geologico. Tutta la città è coinvolta in polemiche e discussioni. "Se gli ambientalisti si schierano con La Regina,  costruttori sono con il sindaco Rutelli", attacca un’intervista a Paolo Buzzetti, allora presidente dell’Associazione dei costruttori edili di Roma, l’Acer, pubblicata l’11 febbraio 1997 sulla cronaca di Roma del quotidiano "la Repubblica".

È proprio Buzzetti a spiegare il lungo iter di definizione della variante. I costruttori non erano di certo rimasti a guardare mentre dal Prg venivano cancellate quelle previsioni edificatorie. "Prima abbiamo avuto la Variante di Salvaguardia [promossa dalle associazioni ambientaliste alla fine degli anni Ottanta e volta a definire le "aree irrinunciabili", ovvero quelle che dovevano rimanere inedificate, nda], poi una serie di rinvii in attesa della legge sui parchi della Regione, e ancora un confronto con la giunta sulla Variante delle Certezze, durato mesi. E finalmente eravamo arrivati alla soluzione per cantieri fermi da anni, lottizzazioni convenzionate ed edilizia popolare". "E invece?", chiede il giornalista. "Invece è arrivato La Regina…". Entra nella discussione anche Goffredo Bettini, che lega la battaglia di Tor Marancia al modello di governo del territorio romano: "La questione sollevata da Rutelli in polemica con la proposta di Adriano La Regina di porre un nuovo vincolo sul territorio di Roma di circa diecimila ettari, impone alcune riflessioni di fondo: come può lavorare, anzi, decidere un potere democratico, che ha anche l’ambizione di essere onesto, trasparente, riformatore?", scrive Bettini in un articolo pubblicato il 9 febbraio del 1997 sempre sulla cronaca romana de "la Repubblica". "Con l’approvazione della Variante di Salvaguardia e la proposta dei confini dei parchi ", continua, "il consiglio comunale di Roma ha fatto una straordinaria operazione ambientalista; che tra poche settimane la Variante delle Certezze deve definitivamente concludere. Tutto ciò è costato fatica. Lotte. Conflitti. Anche compromessi.
CHI COMANDA ROMA-4Ma un equilibrio trasparente è stato raggiunto. […] Se dopo questo iter, per le più diverse ragioni, intervengono decisioni che spazzano via tutto è chiaro che prevarrà il caos e la paralisi. Si allontanerà l’obiettivo di un solo governo per un territorio, della cultura della responsabilità ". A lla fine vinceranno gli ambientalisti. Oggi la tenuta di Tor Marancia è libera dal cemento. Ma per riporre le armi servì un vero e proprio patto tra istituzioni e imprenditori edili destinato a modificare per sempre il governo del territorio. Le cubature previste nel Parco di Tor Marancia vennero "spostate" in altre aree della città. Si chiama compensazione. Il meccanismo è quello dell’equivalenza economica: se da un’area pregiata le cubature vengono spostate in periferia, per mantenere lo stesso valore è necessario aumentarne la quantità. Inoltre, la maggior parte dei terreni su cui verranno fatte "atterrare" queste cubature sono privati. Il proprietario dell’area che accetta lacompensazione, viene ripagato in cubature. I numeri lievitano a dismisura. Nel caso di Tor Marancia, da un milione e 800mila metri cubi originariamente previsti si arriva intorno ai cinque milioni in tutta la città. Oltre alla compensazione, in cambio della pace sui territori vincolati, l’amministrazione comunale promise di sbloccare le lottizzazioni non investite da vicende ambientali. I costruttori misero sul piatto della bilancia tutto il loro peso economico, e politico, determinante per una città come Roma. Scrive Paolo Buzzetti in un articolo del 15 giugno 1997 su"la Repubblica": “Rutelli alla tavola rotonda sull’economia romana prese di fronte agli imprenditori l’impegno che l’approvazione della Variante dovesse essere accompagnata da misure per il rilancio dell’industria delle costruzioni”. Come a dire: vi lasciamo vincolare una parte del territorio, ma dove si può costruire le concessioni vanno sbloccate. E l’intervento del presidente dell’Acer sul quotidiano è lì per ricordarlo. “Gli impegni si devono tradurre in fatti, in azioni concrete: pacta sunt servanda”.

tratto da libro "Chi comanda Roma" di Ylenia Sina (rx Castelvecchi)

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