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Commercio, ecco il regolamento Cinque Stelle: "Così riportiamo decoro e qualità"

La proposta di delibera riguarda la normativa del commercio su aree pubblica. Postazioni fisse, mercati, ambulanti. In discussione anche il contro regolamento del dem Orlando Corsetti

Ok in commissione alla proposta di delibera del presidente Andrea Coia. Un nuovo regolamento per "riportare decoro e qualità al commercio su area pubblica", attualmente disciplinato dalla delibera 35 del 2006, arriverà in Assemblea capitolina entro il termine di 90 giorni. Ecco le principali novità: limitazione del numero di posteggi per titolare, non più di due, e per famiglia, non più di cinque, sia per le aree mercatali che per le postazioni fuori mercato, la richiesta di una fideiussione con la quale gli operatori garantiscono il pagamento delle eventuali sanzioni, i divieti al commercio itinerante esteso a tutti i municipi (chiamati con osservazioni a elencare strade e piazze off limits). E ancora la revoca dei posteggi qualora sopraggiungano ragioni di pubblico interesse, divieto di utilizzo dei gruppi elettrogeni, possibilità di presentare progetti per i mercati sia da parte di privati che di associazioni e comitati. 

"Un gran risultato - rivendica Coia - frutto del tentativo non sempre facile di sposare le richieste dei fruitori del commercio che chiedono decoro, igiene, qualità e quelle dei lavoratori". Che però non sembrano proprio soddisfatti. Presenti in Commissione le principali associazioni di categoria, da Apre Confesercenti a Confimpresa, lamentano di non essere state chiamate in causa a sufficienza. "E' vero abbiamo partecipato a delle commissioni ma l'argomento non era specifico sul regolamento" fa presente Alfiero Tredicine, della famiglia che da sempre detiene gran parte delle licenze del centro storico. 

"Chiediamo un Tavolo per discutere ulteriormente delle nuove regole. L'intervento così com'è potrebbe essere deleterio per la categoria". Per il "re" dell'ambulantato romano, "l'eccessiva burocraticizzazione di tutti gli aspetti legati sia all'avvio che allo svolgimento dell'attività, da una parte onera i commercianti di sempre maggiori, inutili, costosi e rischiosi incombenti mentre dall'altra parte limita le organizzazione rappresentative di categoria dall'esprimere le proprie valutazioni sul governo del settore". Dopo l'intervento in Aula la consegna ai consiglieri di alcuni osservazioni con una lunga serie di modifiche e/o integrazioni al testo firmato Coia. 

LA PROPOSTA CORSETTI - Mentre critiche e puntualizzazioni arrivano anche dalle opposizioni presenti al tavolo. Primo fra tutti il consigliere dem Orlando Corsetti, autore di una proposta parallela, allo studio già dal 2015, elenca le specifiche della sua delibera. Dai bandi a evidenza pubblica, annuali, per tutti i municipi, all'innazalmento percentuale dei posteggi artigiani nei mercati, all'utilizzo di volontari a supporto dei servizi di guardiania nei mercati. E ancora una "carta dei titoli, documento che consente il censimento delle attività commerciali su aree pubbliche", l'inibizione del rilascio di nuovi titoli itineranti in attesa del censimento da parte dell'Osservatorio, il divieto assoluto nei centri storici e nelle zone omogenee di tipo A sempre agli itineranti. Alla proposta Coia contesta, tra le tante, "l'assenza di aree già di per sè vincolate vedi Borgo o i Parioli nell'elenco di strade e piazze dove sarà vietato il commercio itinerante" e quel 10 per cento di somministrazione di alimenti e bevande consentita ai banchi nei mercati fino alle 23 e 30.

Contrario al regolamento dei Cinque Stelle anche il consigliere di Fratelli d'Italia Maurizio Politi. Tra i punti bocciati "il divieto di scambiare le licenze tra operatori, perché non agevolare in questo i commercianti?", oppure lo stop alle attività degli ambulanti la domenica. "E' discriminatorio. La grande distribuzione può stare aperta h24 e un commerciante con una bancarella deve chiudere la domenica? O tutti o nessuno". Dopodiché per il consigliere sarebbe stato il caso di valutare piazza Navona e il mercatino della Befana a parte. "Si poteva evitare di fare le cose in fretta solo ed esclusivamente per fare il bando natalizio entro giugno e rimediare così al pasticcio fatto dal municipio". Ma Coia assicura: "L'unico aspetto disciplinato su piazza Navona è che il bando verrà fatto dal Comune. Per il resto proporremo a stretto giro un regolamento specifico"

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