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Il no dei Centri sociali ad Alemanno: “la sua celtica uno sfregio alla memoria di Valerio”

I centri sociali contro la visita del primo cittadino in occasione dell'anniversario della morte di Valerio Verbano. “Onorare Valerio significa riconoscere progetti, percorsi, sogni che appartengono ai nostri giorni”

Tutto, secondo loro, è cominciato con “qualche acuto giornalista che ha travisato le parole di Carla Verbano, trasformandole in un invito al sindaco”. Un equivoco che il sindaco ha colto al volo, manifestando la propria volontà ad essere presente alla commemorazione per la morte di Valerio Verbano. I centri sociali però non ci stanno e dicono apertamente che il sindaco Alemanno “non è il benvenuto”.

Lo dicono con un lungo comunicato dal titolo “la memoria del presente e il sindaco con la celtica”. Si legge nel comunicato. “Il sindaco Alemanno vorrebbe con questo gesto "pacificare" una storia del "passato". La croce celtica, che il sindaco porta orgogliosamente al collo, è il simbolo più volte usato negli ultimi anni per sfregiare la lapide di Valerio e dietro il quale sono avvenute le centinaia di aggressioni in tutta Italia contro centri sociali, campi rom, migranti, omosessuali e lesbiche, semplici cittadini e cittadine che partecipavano a iniziative pubbliche”.

I centri sociali ricordano che “solo pochi giorni fa, il 27 dicembre, c'è stata un'altra aggressione, nello stesso quartiere di Valerio, contro un ragazzo di 18 anni che usciva dall'Horus Liberato dopo un'iniziativa culturale”.

La visita nel corso della commemorazione è vista dai centri sociali come un gesto provocatorio. “ Come massima figura istituzionale della città, ci aspettiamo atti concreti, piuttosto che un gesto provocatorio: sollecitare la riapertura del processo per Valerio e chiedere conto a chi di dovere come mai pochi anni fa sono scomparse dagli archivi della polizia diverse prove utili; rivolgersi all'area neofascista a lui limitrofa negli anni '70 e pretendere la verità come più volte richiesto anche da Carla Verbano; rompere qualsiasi relazione politica e istituzionale con quei personaggi e gruppi che aprono covi dove il primo insegnamento è "distruggi il diverso"”.

Il comunicato si conclude in maniera amara e polemica. “Onorare Valerio significa riconoscere progetti, percorsi, sogni che appartengono ai nostri giorni. Primi fra tutti, la Palestra Popolare a lui dedicata, a cui le istituzioni negano a tutt'oggi l'allaccio delle utenze. Una vergogna”.
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