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Sgomberi, dalla Regione un milione per le alternative. Salvini: "300 milioni per le forze dell'ordine"

Al vertice di oggi in Prefettura anche il ministro dell'Interno

Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha voluto bucare ancora una volta lo schermo annunciando, da un San Lorenzo infuocato, un “piano straordinario di sgomberi”. Ma per la Capitale l'unica novità emersa dal Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza che si è tenuto in tarda mattinata in Prefettura, al quale ha partecipato anche il vicepremier, è un’altra. La Regione Lazio ha messo a disposizione un milione di euro da destinare all'assistenza alloggiativa temporanea per le famiglie residenti nelle occupazioni sotto sgombero (milione di euro che non è stato attinto da quei 194 milioni di euro di finanziamenti stanziati per l'emergenza abitativa che sono ancora fermi in Regione).

“Per quanto ci riguarda l'uso esclusivo della forza pubblica per affrontare questo tema non è risolutivo” le parole dell’assessore regionale alle politiche abitative Massimiliano Valeriani. “Il ripristino della legalità non può essere scisso da un'alternativa”. Il milione di euro, come fanno sapere da fonti del Viminale, sarà disciplinato nell’ambito di un Patto per la sicurezza di Roma, in corso di redazione, da sottoscriversi tra il Presidente della Regione, il Prefetto e la Sindaca di Roma.

Sempre fonti del Viminale fanno sapere che a breve saranno avviate le operazioni di censimento finalizzate allo sgombero, dando priorità, come già stabilito nel corso di precedenti riunioni di Comitato Metropolitano con la Regione Lazio e Roma Capitale, a quegli stabili che versano in accertate condizioni di criticità strutturale e gravati dalle sentenze di condanna al risarcimento danni. 

In cima alla lista degli immobili da sgomberare, 90 in tutta la città dei quali una sessantina a scopo abitativo, ci sono le occupazioni di via dell’Impruneta, di via del Caravaggio, di via Cardinal Capranica, l’ex Inps su via Tuscolana. La più difficile in quanto a censimenti e alternative, resta l’ex fabbrica della penicillina che più che un'occupazione è una sorta di accampamento realizzato all'interno dell'ex struttura industriale sulla Tiburtina. 

"Abbiamo da subito dato un segnale importante che è quello di rivedere il sistema, che deve prevedere dei criteri che ci siamo dati insieme alla Prefettura" ha spiegato la sindaca Virginia Raggi. "Si procede innanzitutto su quelle situazioni a rischio crollo, gli edifici pericolanti, su quelle con condizioni igienico-sanitarie degradate e per quelle sui cui è intervenuta una sentenza. Il modo in cui stiamo procedendo consente di effettuare azioni tutelando le persone più fragili con l'amministrazione che mette a disposizione i luoghi dell'accoglienza e dell'assistenza senza creare problemi di ordine pubblico” le parole di Raggi.

L'assessore regionale Valeriani ha puntato sulla replicabilità della strada percorsa con Carlo Felice, che dovrebbe essere sgomberato a novembre: “Il ripristino della legalità" ha detto in merito allo stanziamento di un milione di euro "non può essere scisso da un'alternativa che dobbiamo ricercare per non far finire gli occupanti in mezzo a una strada con la migrazione delle occupazioni da un punto all'altro della città". 

Il ‘modello Carlo Felice’ potrebbe quindi estendersi anche ad altre occupazioni a rischio. Anche se, in base a quanto si apprende, non sarà un percorso automatico ma si valuterà caso per caso, soppesando soprattutto la disponibilità della proprietà e degli occupanti. Per l’immobile di via Carlo Felice Regione, Comune e proprietà, la società Sidief, braccio immobiliare della Banca d’Italia, si sono sedute attorno a un tavolo per trovare una soluzione alloggiativa alternativa temporanea dove collocare le 30 famiglie residenti.

Ci sono i cinque alloggi messi a disposizione dalla proprietà e gli altrettanti che dovrebbe mettere in campo la Regione. Il Campidoglio dovrebbe procedere con i cosiddetti Sassat 2, il sistema di sostegno socio alloggiativo della durata di due anni che nei piani dell’assessorato alle Politiche Sociali dovrebbe trovare spazio nelle case sequestrate alla criminalità organizzata. I sopralluoghi sono già iniziati, dopodiché si arriverà all'accordo con il Tribunale. 

Il prossimo immobile per il quale si proverà a tentare questa strada è quello di Corso Italia 108, a due passi da Porta Pia, di proprietà dell’Inps, che dal Tibunale di Roma ha chiesto e ottenuto il sequestro preventivo dello stabile. Occupato dal 2007, al suo interno vivono circa 140 persone, tra cui una quarantina di bambini. La prima fase del censimento svolto dalla polizia locale insieme ai rappresentanti e agli operatori sociali del II municipio si è svolta con la disponibilità degli occupanti. 

La seconda fase è quella del cosiddetto ‘autocensimento’: la compilazione di moduli attraverso i quali le istituzioni stabiliranno quali sono le famiglie ‘fragili’ che potranno accedere all’assistenza alloggiativa e quali no. Un passaggio delicato, che non tiene in considerazione solo i parametri di reddito per l’accesso a una casa popolare ma le condizioni sociali dei nuclei familiari, come la presenza di bambini o disabili. Il percorso è ancora tutto da costruire e non è ancora chiaro con quali proposte la proprietà deciderà di sedersi al tavolo. 

Dal Movimento per il diritto all’abitare fanno sapere che “c’è la piena disponibilità a un percorso comune che porti le famiglie a uscire con una soluzione alloggiativa alternativa e non precaria”. Una visione condivisa dalle tre occupazioni dei II municipio (Corso Italia, via del Policlinico e viale delle Province) che nei giorni scorsi si sono riunite in assemblea. “Lavoriamo affinché il censimento sia l’anticamera di una soluzione e non di uno sgombero” hanno poi aggiunto in relazione alla definizione delle fragilità. 

Meno conciliante le dichiarazioni rilasciate pubblicamente da Salvini nel corso di una visita a San Lorenzo: “A Roma come nel resto d'Italia, senza creare scontro sociale, nei prossimi mesi avremo un piano straordinario di sgomberi nel rispetto di chi è in fila per una casa popolare. Ricordo che a Roma ci sono 12mila persone che aspettano una casa popolare”.

Nel mirino del ministro però, non le case popolari, ma gli immobili occupati da famiglie senza casa che in buona parte sono da anni in quella lista di 12 mila persone che attendono una casa popolare. Il ministro ha continuato: “Gli occupanti abusivi a Roma e non solo si preparino a fare le valigie. Nella famosa manovra economica contestata da Bruxelles sono stati stanziati più di 300 milioni per assumere 10mila uomini e donne delle forze dell'ordine. Ci sono stabili occupati da 5, 10, 15, 20 anni, vedremo di essere più rigorosi, un pochino più coraggiosi e di avere la mano pesante con dei furbi”. Poi ha concluso: “Ho un elenco in macchina con più di 90 palazzi occupati a Roma (solo una sessantina sono a scopo abitativo, ndr), in molti casi pericolanti. Concorderemo nei prossimi mesi un piano per gli sgomberi e gli abbattimenti”. 

Intanto sempre l’assessore Valeriani ha fatto sapere che la Giunta regionale ha approvato una delibera che permetterà il trasferimento di 7,8 milioni di euro ai Comuni del Lazio per le morosità incolpevoli, ovvero quelle famiglie che sono in difficoltà nel pagamento degli affitti che solo a Roma sono circa 30 mila. Il fondo verrà ripartito attribuendo il 40% ai Comuni capoluogo di provincia e il 60% ai restanti Comuni in proporzione al numero dei provvedimenti di sfratto emessi per morosità. 

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