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Martedì, 16 Aprile 2024
Politica

Il comune alza le serrande ai suoi locali: le associazioni possono fare richiesta

Le realtà sociali presenti in città possono presentare richiesta d'immobili di proprietà comunale. Zevi: "Alziamo finalmente le saracinesche del patrimonio con progetti di qualità"

Roma Capitale ha avviato le procedure per dare in concessione i locali di proprietà comunale. E’ il primo passo che segna, in maniera concreta, il promesso superamento della delibera 140: il provvedimento che era stato un incubo per centinaia di associazioni cittadine.

Cos'è un'istanza di parte

La nuova delibera, votata dall’assemblea capitolina nel dicembre del 2022, prevede di regolare l’assegnazione dei locali pubblici attraverso varie modalità. Una di queste è quelle che punta a far uscire allo scoperto le realtà interessate a disporne, avanzando una cosiddetta “istanza di parte”. Ricevuta l’offerta, il Campidoglio rende noto tramite l’albo pretorio che c’è un interessamento e di conseguenza lascia che altre realtà possano presentare offerte superiori.  Questo tipo di procedura, che consente di chiedere in concessione degli immobili comunali, è stata pubblicata sul portale capitolino insieme ai relativi moduli. 

La valorizzazione del patrimonio pubblico

“Diamo insieme nuova vita ai beni pubblici della nostra città e alziamo finalmente le saracinesche del patrimonio con progetti di qualità. Un locale aperto con finalità sociali o culturali, in centro o nei quartieri più distanti, dà nuova vita ad un'intera zona e la migliora in  termini di sicurezza, inclusione e partecipazione attiva” ha ha dichiarato l’assessore capitolino al patrimonio Tobia Zevi, che ha inoltre voluto ricordare che “ci sono varie modalità per rispondere a tutte le esigenze di chi vuole valorizzare Roma”.

Le modalità di assegnazione dei locali comunali

Altre strade che l’amministrazione ha deciso di seguire, per valorizzare il cosiddetto “patrimonio indisponibile” di Roma Capitale, sono quelle che prevedono assegnazioni attraverso provvedimenti dirigenziali o ancora mediante il ricorso a dei bandi pubblici. Nell’ambito della delibera 104, da non confondere con la contestata 140 dell’amministrazione Marino, il comune può inoltre decidere di dare in concessione spazi per l’attivazione di percorsi di “co-progettazione” o, ancora, per consentire la realizzazione dei cosiddetti “patti di collaborazione”. Tutte novità che, progressivamente, entreranno in funzione per gestire i locali del comune. A partire dall’istanza di parte.

Cos'era la delibera 140

Nell'aprile 2015  la Giunta Capitolina, con un apposito provvedimento, ha tentato di definire le “linee guida per il riordino del patrimonio indisponibile in concessione”. Lo strumento, che ha finito per interessare circa 860 beni, puntava a rivedere il vecchio regolamento delle concessioni. Le assegnazioni degli immobili di proprietà comunale, in gran parte fatte durante l’amministrazione Rutelli, erano scadute e l’amministrazione Marino, temendo un ingente danno erariale, aveva deciso di riprendersi quegli spazi chiedendo ai vecchi assegnatari di versare affitti arretrati. Canoni da versare secondo il valore di mercato di immobili che però, paradossalmente, hanno acquisito valore proprio per le manutenzioni eseguite dai relativi concessionari, le associazioni. Da qui è nato un lungo contenzioso tra realtà sociali e l' amministrazione che la nuova delibera sta cercando di superare.

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