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Il Colosseo Quadrato in vendita per salvare Eur spa

La voce diventa un'ipotesi sempre più concreta. Domani l'assemblea dei soci per trovare i soldi per la ricapitalizzazione. L'assessore all'Urbanistica Caudo però smentisce: "Non è in vendita"

Centotrentatre milioni per completare la Nuvola di Fuksas, una situazione finanziaria che pone l'ente sull'orlo del fallimento e soluzioni finora impensabili che diventano l'unica strada possibile per salvarsi. L'Eur Spa, società partecipata per il 10% dal Comune di Roma, starebbe pensando di vendere il Colosseo quadrato, il monumento simbolo del quartiere. Ci sarebbe anche un acquirente, la maison Fendi, e un'offerta di 50 milioni di euro. Era stato lo stesso presidente di Eur spa, Pierluigi Borghini, a non escludere l'ipotesi. "Al fallimento non voglio nemmeno pensare", aveva detto lunedì scorso. "Quella dell'alienazione dei beni è una soluzione da valutare solo in extremis".

Punto di non ritorno che si avvicina. Già, perché Borghini ha fatto appello a Renzi e Padoan per trovare i 133 milioni necessari per completare la Nuvola e per dare ossigeno alle casse dell'ente. Domani, nel corso dell'assemblea dei soci, si discuterà su dove trovare i soldi necessari per la ricapitalizzazione. Quella che era una voce, la vendita del simbolo del quartiere, diventa sempre più un'ipotesi plausibile. A rilanciarla oggi il Corriere della Sera. Un articolo che ha costretto l'assessore all'Urbanistica, Giovanni Caudo, a smentire: "Il Colosseo Quadrato non è in vendita", ha detto. "Domani nell'assemblea di Eur Spa si deciderà se il Governo ricapitalizzerà Eur Spa o se si farà un piano di ristrutturazione. In questo caso la società potrebbe cedere, a fronte di una ricapitalizzazione, alcuni immobili allo Stato che comunque rimarrebbero nel perimetro pubblico".

La sensazione è che agitare lo spauracchio della vendita del Colosseo quadrato sia uno strumento di pressione nei confronti del governo. Il senatore del PD, Stefano Ranucci, in un'interrogazione parlamentare, chiede chiarimenti al ministro delle finanze Padoan. Nel testo parlamentare si fa riferimento a un'analisi tesa alla dismissione di una parte del patrimonio di palazzi storici dell'Eur al fine di recuperare le risorse necessarie al completamento del nuovo centro congressi 'La Nuvola'. "Bisogna trovare a tutti i costi le risorse per completare il centro congressi progettato da Fuksas, che deve essere terminato al più presto - sottolinea Ranucci - perchè non si tratta soltanto della chiusura di un cantiere ma di creare una risorsa per il turismo, per il congressuale e per l'economia italiana in generale visto che questa opera, una volta ultimata, oltre che uno dei più grandi centri congressi del mondo sarà una vera e propria attrazione che, come il Guggenheim a Bilbao, attrarrà i turisti non solo per il contenuto ma anche per la bellezza della struttura architettonica".

"A mio parere, se confermate le voci al proposito, vendere per 50 milioni di euro il Palazzo della civiltà del lavoro, tra l'altro a una maison - prosegue l'interrogazione di Ranucci - non è un'operazione intelligente e vantaggiosa nel lungo termine. Per questo chiedo al ministro Padoan se l'eventuale compravendita degli immobili inseriti nel patrimonio di EUR SpA sia compatibile con il decreto legislativo istitutivo e con l'azionariato esclusivamente pubblico della società, teso a garantire un complesso urbanistico e architettonico di grande valore nonchè a consentirne la fruibilita' ai cittadini mediante organizzazione di iniziative e servizi nel campo congressuale espositivo, artistico, sportivo e ricreativo".

Inoltre, si legge nel testo dell'interrogazione, si chiede di sapere se non si ritenga praticabile una soluzione che distingua il compito istituzionale di EUR SpA, individuando le condizioni per un rilancio della sua attivita' anche all'esito di episodi che ne hanno inquinato la conduzione, dalla necessita' di portare a compimento il progetto del nuovo centro congressi.

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