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“Città dei quindici minuti”, Catarci racconta il piano: “Puntiamo anche sull’apertura pomeridiana di 45 scuole”

I settori d'intervento e gli obiettivi concreti per realizzare la trasformazione di Roma in una città policentrica

Scuole aperte nel pomeriggio per dieci mesi l’anno, quindici nuovi centri culturali sparsi per la capitale, cento concorsi di architettura e 10 laboratori di quartiere. La giunta Gualtieri sta lavorando alla trasformazione di Roma in una città in grado di delocalizzare i servizi, così da renderli più raggiungibili, alla portata di tutti i suoi abitanti, distanti da casa appena 15 minuti, calcolati in un percorso a piedi o in bicicletta. Per farlo Gualtieri ha previsto l’istituzione di un dipartimento ad hoc ed anche un’apposita delega che, in giunta, è stata assegnata all’assessore Andrea Catarci.

Catarci, a che punto è la trasformazione di Roma in una capitale policentrica, in una città dei quindici minuti?

Dopo l’avvio positivo di questa giunta, per l’attività del sindaco e per il lavoro fatto per affrontare emergenze legate alla mobilità ed ai rifiuti, si tratta di definire la visione della città che abbiamo. Questa visione sta già nelle linee programmatiche, ma deve tradursi soprattutto nella capacità di progettazione ed attuazione. Pertanto ragionare sulla città dei 15 minuti comporta un piano di programmazione su cui innestare azioni d’intervento minute, territorio per territorio.

Ed a che punto siete?

Il dipartimento previsto non è ancora del tutto operativo. Ci sono i dirigenti ma non ancora i dipendenti e quindi per ora stiamo lavorando con le persone del mio staff. Nel frattempo è stata approvata la memoria di giunta che avevo predisposto e che fissa i settori di intervento, sei in tutto, che prevedono per la realizzazione della città dei 15 minuti il coinvolgimento di altri assessorati, in alcuni casi del Gabinetto del sindaco e di altre istituzioni pubbliche e private.

Quali sono nel dettaglio questi settori d’intervento?

Si parte da quello dell’integrazione digitale, che prevede la realizzazione di una piattaforma web sulle nuove centralità urbane e di un’apposita App che consentirà di mettere in rete e prenotare servizi pubblici e privati. Poi c’è il settore che riguarda la riqualificazione del territorio, da realizzare puntando sulla partecipazione delle comunità locali, che prevede l’attivazione d’una serie di concorsi di architettura mirati a riqualificare gli spazi pubblici. Il terzo settore d’intervento riguarda la realizzazione di nuovi centri culturali a gestione partecipata e la realizzazione di musei diffusi, puntando sulla valorizzazione delle ricchezze archeologiche e naturalistiche dei vari quartieri. Il quarto settore è quello che mira a realizzare degli spazi dove poter ospitare start up e contestualmente dove consentire di lavorare in modalità smart working. Altri settori d’intervento sono quelli che riguardano l’integrazione scolastica e l’integrazione sportiva, con l’obiettivo di mantenere aperte le scuole nel pomeriggio e di stilare un calendario di appuntamenti sportivi da realizzare nei territori, in spazi in disuso. Questi settori, con l’esplicitazione delle strutture coinvolte, sono inseriti nella memoria approvata dalla giunta.

Diciamo che questa rappresenta la teoria. E per la messa in pratica?

Diciamo che questi sono i settori d’intervento, che per noi rappresentano delle priorità. Dopodichè abbiamo provato a farle atterrare nelle linee di programmazione economica inserendole nel bilancio preventivo 2022-2024. In quel bilancio, quindi, abbiamo cercato di mettere delle risorse per sviluppare le azioni in cui si sostanzia la città dei quindici minuti. C’è poi un treno velocissimo che non vogliamo perdere, quello del PNRR. Nella nuova macrostruttura è stato previsto infatti anche un dipartimento ad hoc dedicato alla progettazione del PNRR, su cui puntiamo per recuperare altre risorse. Ed ovviamente abbiamo già individuato delle cose da fare.

Al riguardo ci può fornire qualche esempio, in modo che si possa percepire anche in concreto come sarà trasformata Roma in una città dei 15 minuti?

Per trasformare Roma in una città policentrica vogliamo mettere in campo una serie di azioni. In condizioni ottimali puntiamo ad indire cento concorsi di architettura in un anno,  a realizzare 15 musei diffusi, 10 laboratori di quartiere, 15 centri culturali, 15 programmi sportivi e vorremmo tenere aperte per 10 mesi l’anno 45 scuole in orario pomeridiano, dal lunedì al venerdì . Una possibilità, quest’ultima, che consentirebbe di centrare il duplice obbiettivo di moltiplicare i luoghi di aggregazione giovanile, attraverso un calendario di eventi ed attività da realizzarvi, ed anche di contrastare la dispersione scolastica. 

E per fare tutti questi interventi quanti fondi avete messo a bilancio?

Abbiamo fatto richieste per quasi 8 milioni. Fino a che non era stato istituito il dipartimento "decentramento e servizi al territorio per i 15 minuti", mancavano proprio centri di responsabilità e di costo su cui appostare le somme. In sede di Piano esecutivo di gestione (Peg) ci sarà un dettaglio e così potremo verificare cosa ci rientra e cosa no. Ma è proprio per questo che abbiamo replicato le richieste su alcune missioni del PNRR. E comunque, malgrado queste difficoltà iniziali, purtroppo oggettive per com'è rigidamente organizzato il bilancio rispetto a nuove strutture dipartimentali, inizieremo a promuovere relazioni ed azioni. Se le risorse dovessero rivelarsi insufficienti per farlo nella maniera prevista, cominceremo in maniera ridotta. In tal caso, per potenziare il piano, andremo poi ad acquisire ulteriori risorse nell'assestamento della prossima estate.


 

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