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I fittiani fanno mea culpa. Ciocchetti: "Sbagliato appoggiare Marchini". Cozzoli passa al gruppo misto

Il leader dei Conservatori riformisti del Lazio ammette l'errore: "Dovevamo sostenere Giorgia Meloni"

Erano una delle anime della Lista Marchini, saliti sulla nave dell'imprenditore dal cuore spezzato insieme ai Cuori Italiani di Augello e ad altri pezzi del centrodestra che non si rinoscevano nè nel progetto di Forza Italia, nè in quello di Giorgia Meloni. Ad un mese dalla sonora batosta elettorale i Conservatori e Riformisti, i fittiani, ammettono l'errore. Lo fanno attraverso le durissime parole di Luciano Ciocchetti, leader dei Conservatori e Riformisti di Roma e con l'uscita dell'unico eletto, Ignazio Cozzoli, dalla Lista Marchini. Il consigliere comunale fonda il gruppo Misto in Campidoglio, pronto, chissà, ad aderire in futuro a Fratelli d'Italia. 

Ciocchetti fa mea culpa: "Nella vita bisogna riconoscere gli errori. Io ho sbagliato nel portare la mia comunità politica e i Conservatori e Riformisti di Roma a sostenere la candidatura a Sindaco di Alfio Marchini. Ho sbagliato la valutazione della persona". Parole nette, spiegate meglio con alcuni concetti e con il racconto di quanto accaduto in campagna elettorale: "Ho sbagliato a fidarmi di quello che diceva e su come avrebbe voluto portare avanti la campagna elettorale. Ho fatto un errore madornale. Perché Marchini si rivelato il contrario di quello che sembrava. Il suo obiettivo non era fare il sindaco e governare questa città. Si è capito anche da come ha fatto la campagna elettorale, anzi da come non l’ha fatta. Ma costruire intorno a lui ( altra monarchia meno illuminata) un progetto per il dopo Berlusconi. Purtroppo l’ho capito solo il giorno in cui senza dire nulla agli alleati della prima ora chiude un accordo con forza Italia e Berlusconi che chiaramente ha profondamente minato la credibilità della sua candidatura civica. E non ci dice nulla. Io lo apprendo dalle agenzie. E da quel giorno sparisce e non dialoga più con noi".

Per l'ex assessore alla Casa Marchini è "un monarca poco illuminato che pensava di essere, con i suoi soldi, il salvatore del mondo. La colpa non è sua. Lui è così. La colpa è mia di essermi fatto abbindolare intorno ad un progetto per governare Roma e che fosse una vera discontinuità di governo al disastro degli ultimi 23 anni".

Quindi l'ammissione vera e propria: "Dovevamo sostenere Giorgia Meloni l’unica politica popolare che poteva contrastare l’ascesa pericola del movimento 5 stelle. Purtroppo l’ho capito tardi e questi errori si pagano. Molti amici candidati hanno pagato questo errore con la non elezione nonostante il grande risultato di voti".

Per i Conservatori e Riformisti l'appuntamento è alla prossima assemblea regionale che si terrà il 19 luglio alle ore 16.30 al teatro Ambra alla Garbatella per fare analisi del voto a Roma e nel Lazio, per parlare della ricostruzione del centrodestra e per avviare la campagna del NO alla riforma (Renzi) della Costituzione.


 

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