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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

"A giugno a Roma chiuderà il 40% di cinema e teatri"

Gestori di sale cinematografiche e teatrali hanno chiesto l'intervento del comune a sostegno del settore

La pandemia ha aggravato la crisi vissuta nelle sale cinematografiche e teatrali della capitale. Ed ora la situazione è grave al punto da paventare il rischio chiusura per una buona parte delle aziende private che le gestiscono.

La previsione 

Il dato emerso nel corso di una commissione cultura convocata il 16 febbraio è dirimente. “Non voglio sembrare catastrofico – ha premesso Massimo Romeo Piparo, il presidente dell’Atip, l’associazione teatri italiani privati – ma da qui a giugno si rischia la sparizione di circa il 40% di aziende private che gestiscono sale sulla città di Roma”. 

La crisi del settore

Come si è arrivati a questa situazione? Diversi sono i fattori che l’hanno prodotta. Per quanto riguarda lo specifico ambito cinematografico. C’è una questione di fondo, di rilievo nazionale, che sicuramente non aiuta la ripresa del settore. “I film non vanno più nelle sale ma nelle piattaforme televisive” ha sottolineato Manuele Ilari, dell’Unione esercenti cinematografici italiani “manca una regolamentazione specifica sul segmento, che esiste in altri paesi europei come la Francia, dove attendono 15 mesi prima di mandare i film sulle piattaforme”. Ma dopo il lockdown e le restrizioni legate al distanziamento sociale, gli utenti hanno disertato le riaperture delle sale. Anche per l’assenza di una normativa a sostegno di chi, quelle sale, le gestisce.

Gli investimenti non ammortizzati

“Noi abbiamo fatto investimenti per la riapertura. Io ad esempio – ha spiegato Piparo, che oltre ad essere il presidente dell’Atip gestisce il Sistina – ho dovuto assumere 15 persone per gestire i flussi”. Gli investimenti fatti però, ha sottolineato “non hanno avuto il riscontro sperato” ed anche se la macchina si è rimessa in moto, lo ha fatto in maniera insufficiente. Per questo, le associazioni di categoria intervenute in commissione, hanno chiesto “interventi concreti”. Vale a dire “ristori economici”, utili ad ammortizzare le perdite ed evitare i fallimenti a catena previsti per l’avvio dell’estate. 

L'impegno del comune

Uno scenario, quello paventato, da scongiurare perché “Cinema e teatri sono patrimonio di questa città, non solo per l'offerta culturale che propongono ma anche per essere di fatto punti luce nei quartieri e nei territori - ha commentato la democratica Erica Battaglia - di questa crisi ci facciamo carico, tenendo conto anche dei lavoratori e delle famiglie impegnate nel settore”. Sul piano operativo la commissione cultura ha predisposto un documento che, presto, potrebbe arrivare in Aula Giulio Cesare. Impegna il Sindaco a mettere in campo gli auspicati interventi a favore del settore e, contestualmente, ad avviare un’interlocuzione con i ministero. Perchè per scongiurare la chiusura di sale cinematrografiche e teatrali, a Roma, non basta l'impegno del Campidoglio. 

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