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Cimitero dei feti a Prima Porta, dalla commissione pari opportunità supporto per "Libera di Abortire"

La campagna dei Radicali è arrivata in Campidoglio. Pappatà, Biolghini e Converti: "Prendere posizione con chiarezza"

Nel settembre 2020 fece scalpore la scoperta, da parte di una giovane romana, di una croce a suo nome all'interno del cimitero Flaminio: sotto c'era sepolto il feto abortito mesi prima con il metodo terapeutico. Un trauma condiviso con altre decine di donne, tra le quali anche Francesca Tolino, candidata lo scorso ottobre alle amministrative nelle fila di Roma Futura e fondatrice del movimento "Libera di Abortire". Negli scorsi mesi è iniziata un'azione popolare al tribunale, supportata dai Radicali e dal legale Francesco Mingiardi, contro l'ospedale San Giovanni, Asl Roma 1 e Ama per violazione della privacy . Lunedì 10 gennaio la commissione pari opportunità di Roma Capitale, presieduta da Michela Cicculli (Sinistra Civica Ecologista), ha ascoltato Tolino ed espresso una posizione chiara a supporto dell'azione popolare.

Claudia Pappatà (Pd) ha chiesto di "fare il possibile - si legge in una nota dei Radicali a margine della commissione - per esprimere una chiara posizione come commissione e consiglio perché non è accettabile che a Roma accada tutto questo". Tiziana Biolghini, consigliera di Roma Futura, ha sottolineato la necessità “di verificare con il capo di gabinetto, con la giunta e con l'avvocatura, le questioni emerse da un punto di vista legale e normativo, esprimendo sostegno alla campagna di Libera di abortire". Nella Converti (Pd) ha ribadito come "sia urgente - riporta ancora la nota - chiedere chiarezza nelle procedure perché i diritti delle donne vengano difesi". 

"Ci siamo assunti la responsabilità come donne colpite direttamente da questa vicenda e come cittadini e cittadine romane - ricordano i Radicali e Libera di Abortire per voce di Francesca Tolino - di avviare un processo tramite lo strumento dell'azione popolare in sede giudiziaria, come prevede il testo unico degli enti locali. La sindaca Raggi (oggi consigliera di opposizione e membro della commissione, ndr) non ha voluto prendere parte al processo, ora il nuovo sindaco Gualtieri può farlo". "Abbiamo scelto l'azione civile popolare e non chiediamo alcun risarcimento per noi ma per il Comune - ha sottolineato Francesco Mingiardi, legale responsabile - . L'amministrazione infatti ha subito un doppio danno dalla condotta dell'ospedale San Giovanni, di ASL Roma 1 e di Ama. Un primo danno quale ente esponenziale di tutte le cittadine romane colpite dalla violazione dei propri diritti, il secondo per il discredito che ne è conseguito per la diffusione mediatica in tutto il mondo di questa vicenda. C'è ancora la possibilità di intervenire il giudizio da parte del sindaco, il consiglio invece può impegnare la giunta capitolina e in primo luogo l'assessora ai rifiuti Sabrina Alfonsi, visto che la procedura riguarda direttamente l'Ama, con ordini del giorno e mozioni per chiedere un intervento nel processo, oltre che per chiarire regolamenti e direttive delle proprie aziende, cosa che ancora non ha fatto". 

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