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Cimiteri capitolini, ancora lunghe attese per le cremazioni: “Pratiche lente e scarso decoro”

Ama e imprese funebri al lavoro per migliorare il servizio: “Bisogna snellire tempi burocrazia”

Attese che vanno dai quindici ai venti giorni per le cremazioni, almeno quarantotto ore quelle che servono per tumulazioni e inumazioni: troppo per le imprese funebri che tornano a sottolineare la lentezza dei servizi cimiteriali di Roma. Dopo il caos dei mesi scorsi con l’aumento della mortalità che aveva portato i cimiteri capitolini al collasso tra pratiche bloccate, carri funebri in coda e salme stipate per settimane nei depositi esistenti e addirittura nei container affittati per affrontare l’emergenza, i servizi funerari romani restano ancora al centro dell’attenzione.

L’incontro tra Ama e imprese funebri

Nei giorni scorsi l’incontro tra una delegazione a rappresentanza delle imprese funebri e il nuovo direttore dei servizi funebri e cimiteriali dell'Ama, Vitaliano De Salazaar, con lo scopo di avviare un confronto utile a risolvere alcune delle problematiche relative ai cimiteri e alle cremazioni, per cercare di fornire in modo congiunto un servizio adeguato e professionale alla cittadinanza. 

"La Federazione comparto funerario italiano ha chiesto questo incontro all'AMA per analizzare insieme le principali problematiche, in particolare per quanto riguarda la lentezza delle pratiche cimiteriali, la gestione e il decoro dei cimiteri romani, i ritardi nelle tumulazioni e nelle cremazioni" - ha dichiarato Marco Aquilini, il vicepresidente della Federcofit. “A Roma operano circa 500 imprese funebri, ma sono troppe quelle che non hanno i requisiti necessari e non forniscono un servizio adeguato alle famiglie dolenti. E' anche necessario perciò che la Regione Lazio approvi quanto prima la legge regionale sui servizi funerari, attualmente in discussione".

Il tavolo di Ama con il settore funebre: "Riqualifichiamo servizio"

Il prossimo incontro sulla situazione dei cimiteri capitolini si terrà nelle prossime settimane quando Ama convocherà un primo tavolo di confronto con Federcofit e con le altre principali federazioni nazionali del settore, a cui dovrebbe anche essere invitato un rappresentante del Comune di Roma. “L'obiettivo - spiega Aquilini - è di riqualificare il servizio ai cittadini, in particolare con la riduzione dei tempi burocratici dei funerali e delle cremazioni, consentendo alle imprese funebri di presentare la documentazione direttamente all'ufficiale di stato civile".

I lavoratori interinali lasciano Ama: “Ma uffici cimiteri ancora lenti”

Un sistema, quello dei cimiteri capitolini, dal quale sono rimasti fuori gli interinali assunti da Ama per far fronte al periodo di emergenza: i contratti dei cinque assunti per gli uffici del Verano sono scaduti lo scorso 31 gennaio e non sono stati rinnovati.

“Eppure - raccontano a RomaToday alcuni degli ex amministrativi - la carenza di personale in quegli uffici è ancora alta. Potremmo essere davvero utili alla causa dopo aver dato il nostro contributo affinchè nel periodo peggiore per i cimiteri romani tutto potesse tornare alla normalità, un equlibrio che rimane precario ma che abbiamo contribuito a raggiungere. Non a caso i report sulla nostra produttività parlavano di +60% dell’intero ufficio, performance da non sottovalutare. Ci piacerebbe - l’appello degli interinali di Ama - rientrare in azienda e proseguire il nostro lavoro”. 

Una questione, quella della lentezza delle pratiche cimiteriali a Roma, sulla quale è intervenuto anche il consigliere comunale della lista Calenda, Francesco Carpano: “È inaccettabile che Roma costringa i romani ad aspettare fino a 20 giorni per cremare i propri cari. Vanno superati i colli di bottiglia burocratici e, contestualmente all’approvazione del Piano Regolatore Cimiteriale, occorre aumentare gli impianti crematori ed individuare aree da destinare ad espansione cimiteriale. Se ne parla da più di quattro anni ma finora non è stato fatto nulla. Mi auguro che il nuovo piano industriale di Ama - ha detto Carpano - preveda questi interventi, ma è tempo che la città ne venga a conoscenza, perché è uno strumento strategico per molti servizi che riguardano i romani”. 
 
 

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