Cie di Ponte Galeria: “Una discarica umana dove ogni diritto è sospeso”
La denuncia è del consigliere regionale Peppe Mariani che oggi ha visitato il Cie insieme ad altri suoi colleghi: "E' molto peggio del peggior carcere. Ci saranno altri morti. La Croce Rossa non fa quel che dovrebbe"
Presidente Mariani, la situazione è davvero così terribile?
Le parole non bastano per descriverla. Si tratta di una struttura vergognosa, tenuta malissimo, sporca, dove l'igiene non esiste, dove il fetore rende l'aria irrespirabile, dove manca l'acqua, dove le persone non vengono assistite da un punto di vista sanitario, dove persino il cibo è scarso. Strutture del genere non dovrebbero esistere in nessuna parte del mondo.
Quante sono e chi sono le persone ospitate nella struttura?
La struttura ospita 364 persone, di cui 94 donne e 149 uomini. In molti casi si tratta di gente che è lì senza aver commesso reati e li dovrebbe solo essere identificata e rimpatriata. Ci sono casi di persone nate sul territorio italiano e che avrebbero tutto il diritto di stare qui da noi, ma invece sono costrette a subire questa sospensione della dignità umana. Con le nuove leggi queste persone resteranno qui anche sei mesi. Non oso immaginare cosa potrà accadere.
Avete raccolto testimonianze da parte degli ospiti del Centro?
Più che testimonianze si tratta di grida di disperazione. Quella struttura è peggio di un carcere. La gente preferirebbe stare in un istituto carcerario piuttosto che vivere in quel posto. Io di prigioni ne ho visitate, ma i fatti a cui ho assistito questa mattina, sono un qualcosa di mai visto prima. Parliamo di una vera e propria discarica umana.
La responsabilità è della Croce Rossa secondo lei?
Mi chiedo: che senso ha una struttura umanitaria come la Cri all'interno del Cie se poi di umanitario lì dentro non c'è niente? L'assistenza sanitaria è inesistente. La struttura per di più costa una barca di soldi, senza produrre niente per la società. Se la struttura è in quelle condizioni la responsabilità e solo e soltanto loro. A questo punto arrivo a dire provocatoriamente che se le condizioni sono queste è meglio trasformarlo in un carcere e bandire un concorso per agenti penitenziari, così almeno si getterà la maschera dell'ipocrisia umanitaria.
Avete avuto modo di raccogliere informazioni sul recente suicidio della tunisina Mabruka Mimuni?
Abbiamo parlato con le sue compagne e ci hanno confermato che non è vero quanto detto dal direttore del comitato provinciale della Cri di Roma Claudio Iocchi, cioè che la donna non aveva dato segni che facessero pensare al suicidio. Li aveva dati eccome. Aveva addirittura minacciato di uccidersi perchè non voleva tornare in Tunisia dove sarebbe stata portata il giorno dopo. Il suo grido però è stato inascoltato. Mi dispiace dirlo, ma in queste condizioni di morti ce ne saranno molti molti altri.