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Rom, Tronca si allinea ai magistrati: pronti tre milioni di euro per chiudere La Barbuta

Si tratterebbe di fondi europei. Una mossa che arriva a seguito dell'ordinanza di maggio emessa dal tribunale civile: nel mega campo di Ciampino, il Comune ha perpetrato negli anni una condotta "a carattere discriminatorio"

Non è più solo oggetto di dibattito. Che il comportamento messo in atto dal Comune nei confronti delle famiglie rom, confinate da anni in villaggi ghetto, abbia "carattere discriminatorio" è una verità giuridica. I magistrati lo hanno riconosciuto il 30 maggio 2015, con ordinanza della seconda sezione del Tribunale Civile di Roma. E il 9 febbraio scorso, come imposto dai giudici, le motivazioni sono state pubblicate sul Corriere della Sera a spese del Campidoglio. Un passo avanti verso il superamento dei campi, piaga tutta romana da tempo nel mirino dell'Europa dei diritti, che potrebbe precedere un'altra mossa ben più forte. 

Fonti attendibili rivelano a Romatoday che il commissario straordinario Tronca avrebbe deciso di vincolare 3 milioni di euro di fondi europei per la chiusura del campo La Barbuta, a Ciampino. Non uno a caso. L'azione legale, promossa dall'associazione 21 Luglio e dall'ASGI (Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione), che ha portato i giudici al pronunciamento di maggio, era incentrata esattamente su quel campo, ghetto per eccellenza, lontano dai servizi e monoetnico. E' all'interno della mega baraccopoli sotto il cono di volo dell'aeroporto di Ciampino che Piazzale Clodio rileva la discriminazione, ordinando agli amministratori "la cessazione della suddetta condotta nel suo complesso [...] e la rimozione dei relativi effetti". 

Non è esplicito ma logico: se con la realizzazione dell'insediamento de La Barbuta si pone in essere un comportamento discriminatorio, e il comportamento discriminatorio è condannato con una chiara richiesta di rimuovere il suo effetto concreto, il campo va chiuso. E Tronca non starebbe facendo altro che allinearsi. Ovvio, andando Roma al voto per il nuovo sindaco a primavera, l'ex prefetto di Milano non ha il tempo sufficiente forse neanche per avviare lo smantellamento. Ma vincolando i fondi, costringe il prossimo inquilino di palazzo Senatorio a procedere sulla stessa strada. 

Parliamo di risorse che verranno attinte dai 38 milioni e mezzo di euro del Pon, Programma Operativo Nazionale Città Metropolitana, approvato dalla giunta Marino lo scorso mese di ottobre. Lo stesso ex assessore, Alessandra Cattoi, allora responsabile delle relazini con l'Unione Europea, spiegava nel dettaglio la destinazione dei fondi. E accanto alla mobilità e ai servizi digitali per muoversi sui mezzi pubblici, parlava di "11,5 milioni per le politiche sociali, in particolare per affrontare l'emergenza casa, comprendendo anche progetti di recupero per i rom". 

Ancora di case e progetti di recupero non si parla, meno che mai con il governo in mano ai tecnici. Ma la chiusura di uno dei campi rom più discussi dell'era Marino, al centro nel 2014 di un progetto di abbattimento e ricostruzione a opera di Leroy Merlin, che dalle carte di Mafia Capitale sembrava interessare anche Buzzi e Carminati, non è più un'utopia. Intanto le associazioni hanno subito commentato la pubblicazione della sentenza sulle pagine del noto quotidiano romano, che è comunque una prima vittoria. 

"Attraverso la pubblicazione dell’ordinanza sul Corriere della Sera - ha sottolineato la 21 luglio - il Comune di Roma ha iniziato a dare attuazione a quanto comandato dai giudici, un fatto che l’Associazione considera positivo. Continueremo tuttavia a monitorare la situazione con grande attenzione e urge le autorità capitoline ad adoperarsi al fine di superare definitivamente il mega-campo, una vergogna tutta romana, e di individuare percorsi virtuosi che conducano le famiglie de La Barbuta verso una reale inclusione abitativa e sociale".
 

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