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I chioschi di Capocotta devono chiudere. Gli operatori organizzano una protesta contro Gualtieri

Secondo quanto riferito dai gestori, vigili e Capitaneria hanno avvisato "a voce" dell'obbligo di sgomberare le aree: niente più servizi e salvataggio sulla spiaggia tra Castelporziano e Torvaianica

"Dobbiamo sgomberare tutto, non possiamo più stare aperti". A dirlo è il gestore di "Dar Zagaia", uno dei cinque chioschi di Capocotta che non potranno continuare l'attività durante la stagione balneare 2023. Il Comune non ha disposto un nuovo bando per gestire i punti ristoro e i servizi come l'assistenza ai bagnanti e i servizi igienici e il 19 maggio una delegazione composta da polizia locale di Roma Capitale, Capitaneria di Porto e demanio pubblico ha comunicato l'obbligo di interrompere a breve ogni attività. 

Il Comune chiude 5 coschi storici a Capocotta

La novità, non un fulmine a ciel sereno ma comunque inaspettata, riguarda tutti i 5 chioschi della spiaggia di Capocotta e i cancelli. A chiudere i battenti, oltre Zagaia, anche "Mecs Village", "Porto di Enea", "Oasi Naturalista" e "Mediterranea". Vincitori di un bando del 2000 per la gestione dei ristori, alla scadenza del contratto sono andati in deroga, inseriti nell'ordinanza balneare del Comune anno dopo anno anche in seguito a una sentenza del Consiglio di Stato, espressosi a favore dei gestori dei chioschi e della tutela dell'area.

Caos spiagge libere: tra chioschi chiusi ed arenili non assegnati l’avvio di stagione è da incubo 

Nessun nuovo bando e il Comune dice stop alle deroghe

"Aspettiamo da anni che venga indetto un nuovo bando - spiega a RomaToday Maria Vichi di "Dar Zagaia" - ma non arriva. Avevamo già aperto a febbraio, adesso è appena iniziata la stagione e se fosse bel tempo avremmo 200 persone, ma adesso chiudiamo perché non possiamo rischiare provvedimenti. In vent'anni qui abbiamo ripulito le dune, le abbiamo fatte tornare rigogliose, nessuno ci può andare e ce ne occupiamo personalmente. Forniamo il servizio di salvamento e c'è un bagnino ogni 100 metri, oltre ai bagni. Adesso tutto questo lo smantelliamo, perché luce e acqua la paghiamo noi". 

Il consorzio: "Irrituale come ci hanno avvertiti"

A sorprendere è anche la modalità utilizzata per avvisare i gestori. Lo fa notare Claudio Presutti, gestore del "Mediterranea" e rappresentante del consorzio dei chioschi di Capocotta: "Un modo irrituale a essere sinceri - racconta al telefono mentre è in riunione con gli altri gestori - ci hanno detto che non dobbiamo più fornire servizi e lasciare in breve i chioschi. Qui noi operiamo su un bando scaduto, fino al 2022 il Comune ci ha inserito nell'ordinanza balneare come deroga, ma nel 2023 non ci siamo e ancora aspettiamo la gara, alla quale vorremmo partecipare. La conseguenza di questa decisione da parte dell'amministrazione sarà l'abbandono totale dell'area, perché non credo che saranno capaci di gestire e fornire servizi in un tratto di litorale così ampio". 

Il 23 maggio protesta contro Gualtieri

Il 23 maggio dalle 14.00 tutti i gestori saranno in piazza del Campidoglio per protestare contro la decisione e chiedere un incontro con il Sindaco: "Abbiamo dichiarato la nostra indisponibilità a lavorare senza titolo, ci devono autorizzare oppure si assumessero la responsabilità di gestire la spiaggia" conclude Presutti. 

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