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Martedì, 16 Aprile 2024
Politica Monteverde / Via Folco Portinari

Portuense, chiude il reparto di ostetricia della clinica Villa Pia: licenziamento per 14 lavoratrici

Lo comunicano Cgil, Cisl e Uil con una nota: "La Regione chiude reparti sotto i 500 parti all'anno"

Chiude il reparto di Ostetricia della Clinica Villa Pia di via Portinari, al Portuense. Al via 14 licenziamenti. La denuncia arriva dai sindacati Cgil Cisl Uil che annunciano un presidio in Regione per il 23 luglio. Si legge in una nota: "La sospensione dell’attività è stata comunicata con una nota on line l’11 luglio scorso". Questo il motivo: "A partire dai programmi operativi 2013-2015, la Regione Lazio ha attuato le linee di indirizzo indicate già nel 2010 dalla Conferenza Stato Regioni per la riduzione del taglio cesareo e il miglioramento della qualità e sicurezza dell’assistenza alla nascita. Una revisione del modello organizzativo che, attraverso la concentrazione dell’offerta, ha stabilito di arrivare alla chiusura di Unità operative sotto ai 500 parti annui, prevedendo, entro il 2016, Unità con un minimo di 1.000parti/anno". 

Per questo motivo, spiegano ancora i rappresentanti dei lavoratori, "per le strutture con un volume di nati inferiore a 500, l’attività ostetrica e neonatologica non è stata più contrattualizzata". Questo è accaduto anche alla Clinica Villa Pia, "che rientrava tra le strutture al di sotto della soglia minima". La clinica, fanno sapere i sindacati, ha inizialmente "continuato a portare avanti l’attività, autorizzata ma non più remunerata dalla Regione, aprendo al contempo una serie di contenziosi con l’ente, su cui è attesa nei prossimi mesi la pronuncia del Consiglio di Stato".

A metà maggio però la struttura ha deciso di avviare la chiusura dell'attività e di aprire una procedura di licenziamento per le 14 lavoratrici del reparto. “Ci troviamo a gestire un licenziamento collettivo, di fatto senza prospettive e senza armi per contenere gli esuberi. Le ostetriche, le infermiere pediatriche e le puericultrici, per la specificità del lavoro che svolgono, non sono ricollocabili in altri reparti della clinica", spiegano i sindacalisti. "Non ci sono ammortizzatori sociali perché non c’è, al momento, prospettiva di ristrutturazione aziendale che ne comprenda le qualifiche interessate".

Per domani è in programma dalle ore 10 un presidio all'assessorato al Lavoro della Regione Lazio in concomitanza con la fase finale della procedura, che vedrà scendere in piazza anche  "la solidarietà dei colleghi e delle famiglie che hanno fruito dei servizi della struttura e hanno scelto la Clinica per far nascere i propri figli. In questi giorni, tante sono state le dimostrazioni di vicinanza, ed è stata lanciata anche una petizione online”.

Concludono i sindacati: “E’ l’ennesima dimostrazione delle disparità tra pubblico e privato accreditato contro cui lottiamo”, proseguono Cgil Cisl e Uil. “Una norma che vale per la sanità pubblica, pur condivisibile, in sanità privata implica diverse e più gravi conseguenze. Nelle strutture private accreditate, riorganizzazioni e accorpamenti molto spesso mettono di fronte a chiusure e licenziamenti. A parità di lavoro svolto, dovrebbero corrispondere anche le stesse tutele e garanzie per i lavoratori. Oltre al vergognoso blocco del contratto, fermo ormai da 13 anni, spesso i lavoratori non perdono solo il salario, ma il proprio posto di lavoro. Noi – concludono – ci saremo fino alla fine”.

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