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L'affondo di Cgil e Legambiente: "Su rifiuti Gualtieri ha disatteso le promesse elettorali"

Lo scontro tra le parti si inasprisce e il clima con il sindacato solitamente vicino alla sinistra non accenna a distendersi. Legambiente: "Comune non parli di complotti per incendi"

Un duro affondo diretto al sindaco Gualtieri quello degli esponenti della Cgil Roma e Lazio che non solo, con Legambiente, hanno presentato un piano rifiuti parallelo con una seria di proposte rivolte al Campidoglio. Nel farlo hanno attaccato il primo cittadino per come sta gestendo il capitolo rifiuti. Poca attenzione ad Ama, il termovalorizzatore al posto di impianti di economia circolare, e "nessun intervento strutturale" per risolvere la crisi innescata dall'incendio al tmb di Malagrotta. Così il rapporto tra il primo cittadino dem e il sindacato da sempre vicino alla sinistra non accenna a distendersi. Fin dall'inizio le scelte sul fronte rifiuti non sono state condivise dalla Cgil. Che sul punto non ha nascosto le sue posizioni. 

"L'attuale crisi dei rifiuti durerà fino a fine luglio e non c'è certezza che non ce ne sarà un'altra in autunno. Almeno 15mila tonnellate di rifiuti sono rimaste fuori dai cassonetti nell'ultimo mese" ha detto il segretario della sezione sindacale di Roma e Lazio, Natale Di Cola. "Dopo l'incendio al tmb di Malagrotta qualcuno ci aveva raccontato che in 10 giorni la situazione sarebbe stata risolta invece, come purtroppo dicemmo allora, si protrarrà almeno fino a fine mese e non c'è stato ad oggi nessun intervento strutturale che ci possa fare dire che in autunno non ci sarà un altra crisi". 

Secondo Di Cola "dichiarando subito l'emergenza e stoccando i rifiuti che non potevano più andare al Tmb di Malagrotta 2 si sarebbero evitate la diminuzione della differenziata di almeno un punto su base mensile, extracosti per Ama per almeno 20 milioni, lo stravolgimento del servizio di raccolta con drastica riduzione dello spazzamento e il peggioramento della condizione di lavoro degli operatori".

Rimproveri che arrivano anche dagli ambientalisti di Legambiente. "Roma fa una certa politica di cui si deve prendere la responsabilità e che sta perseguendo in ogni dove: ogni cosa che succede a Roma richiama la scelta del termovalorizzatore" attacca il presidente dell'associazione green Stefano Ciafani. "Non richiamiamo i complotti incendiari - ha aggiunto - il Comune si prenda la responsabilità di fare un termovalorizzatore da 600mila tonnellate. Nella vicina Toscana, a fronte della battaglia vinta contro la realizzazione di un inceneritore a Sesto Fiorentino, l'amministrazione regionale ha deciso di presentare un piano fatto solo da impianti di economia circolare". 

Il piano "Capitale circolare"

E intorno a impianti di economia circolare ruotano anche le proposte di Cgil e Legambiente raccolte nel dossier "Capitale Circolare". Sei nuove filiere impiantistiche per recuperare materia dai rifiuti indifferenziati abbassandone così il quantatitivo; riduzione della produzione complessiva di immondizia di 12 punti percentuali entro i prossimi 13 anni, arrivando a un ammontare complessivo di meno di 1,5 milioni di tonnellate; raccolta differenziata al 72% entro il 2035 (rispettando così l'obiettivo europeo del 65% di riciclo); andare oltre l'Ama costituendo la multiutility regionale dell'economia circolare, a partire dai soggetti e dagli impianti pubblici esistenti attualmente nel Lazio; implementazione del termovalorizzatore di San Vittore e discariche di ambito oppure utilizzo delle nuove tecnologie che si stanno affermando per chiudere il ciclo di gestione dei rifiuti indifferenziati. Questi i cardini del piano. 

"L'economia circolare è una determinante sociale della nostra epoca, non un obbligo ambientale - ha commentato ancora Di Cola - abbiamo necessità che territorio e amministrazioni creino il sistema e quello che ha fatto l'amministrazione Gualtieri in questi novi mesi non ci rende soddisfatti. Nel suo programma elettorale sulla concertazione e cooperazione c'era un impegno che è stato disatteso, perché Cgil e Legambiente non hanno mai avuto modo di discutere delle cose strategiche e straordinarie che dovevano essere fatte in città".

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