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L'avvenire del centrodestra passa dall'unione dei moderati e dall'apertura al territorio

Al convegno "L'Italia e la crisi. Il ruolo dei moderati" promosso dall'onorevole Francesco Aracri, si è puntato sulla necessità di un allargamento del centrodestra, con un partito meno "verticistico"

Territorio e condivisione: queste le parole d'ordine lanciate durante il convegno “L'Italia e la crisi. Il ruolo dei moderati”, che ha visto riunirsi nella Sala Capitolare del Senato Maurizio Gasparri, capogruppo Pdl al Senato,  Andrea Ronchi, Stefano De Lillo,  Armando Dionisi e il sindaco di Marino Adriano Palozzi. Promosso dall'onorevole Francesco Aracri, membro della direzione nazionale del Pdl, il convegno è stata l'occasione per raccogliere intorno a un tavolo esponenti del centrodestra per ritrovare una “convergenza”, spianando la via da differenze e diffidenze. L'apertura all'Udc e la necessità di una maggiore attenzione al territorio sono state al centro dei discorsi dei relatori. Portando l'esempio del comune di Marino, del quale è sindaco dal 2006, Adriano Palozzi ha esaltato un modello di “convivenza” virtuosa tra forze moderate.

“Il futuro del Paese passa attraverso un accordo dei moderati basato su principi fondamentali”, ha detto Palozzi, la cui riflessione ha aperto uno spazio anche all'autocritica. “Il Pdl non è finito e la caduta del governo è un'occasione per riflettere e migliorare - ha spiegato Palozzi, che dal 27 ottobre è anche presidente Cotral - L'errore è stato essere un partito estremamente verticistico che deve ora tornare a guardare al territorio. Un partito funziona meglio quando si fa rappresentare da chi è sul territorio”. Dal tesseramento 2011 è emerso un dato importante, ha riflettuto Palozzi: su un milione di tesserati, quasi 300mila sono nel Lazio. “È un dato del quale si deve tenere conto e in questo governo, finora, il Lazio era stato poco rappresentato”, ha precisato Palozzi, secondo il quale Berlusconi “è stato mal consigliato e ha costruito negli anni un partito lontano dalla realtà”.

La sfida di oggi è “partire dal territorio per darsi una veste diversa, portando la politica alla gente, impostandolo su persone diverse, puntando su un doveroso ricambio generazionale, una risorsa fin troppo sottostimata, e ridando la voce a chi sceglie”. Secondo l'esponente Udc Armando Dionisi, Berlusconi “è caduto vittima di una crisi del Pdl”. “L'errore è stato dare a Bossi una 'golden share', consentendogli di avere l'ultima parola sul governo del Paese”, ha detto Dionisi, che ha ricordato le tensioni degli ultimi giorni tra il sindaco Alemanno e il ministro Calderoli. Pur riconoscendo “i tanti meriti di Silvio Berlusconi”, l'onorevole Aracri ha salutato “la fine della politica di plastica”, criticando l'utilizzo dei “partiti solo come comitati elettorale”, senza puntare alla “selezione della classe dirigente”. La riflessione sul futuro del Pdl, ha spiegato Stefano De Lillo, “passa attraverso la realizzazione di un sistema bipolare che raccolga da un lato le forze moderate, accomunate dai valori tradizionali del centrodestra”.

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