"Il centro Carni poteva diventare polo europeo di economia circolare, ma Raggi ha ignorato il progetto"
A parlare a RomaToday l'ex assessora all'Ambiente Pinuccia Montanari: "Proponemmo il progetto con il Cda. Oggi poi avrebbe beneficiato anche del Recovery Plan"
Un polo europeo di economia circolare, un centro d'eccellenza tutto incentrato sul riciclo dei materiali, con start up per la progettazione di un'impiantistica sostenibile, e l'obiettivo finale di rivalorizzare finalmente l'area. Era il sogno dell'ex assessora all'Ambiente Pinuccia Montanari per il Centro carni di viale Togliatti, oggi svalutato e causa di un buco nel bilancio Ama di ben 116 milioni di euro come certificato dall'ok in Giunta capitolina ai documenti contabili 2017, 2018, 2019 della municipalizzata. "Raggi ignorò un progetto che poteva non solo dare lustro alla città ma anche far risparmiare i soldi dei romani" denuncia a RomaToday l'allora titolare del dossier rifiuti.
Già, l'area in questione, 23 ettari dove, dagli anni '70, più di mille operatori lavorano i capi bestiame destinati a macellerie e supermercati della Capitale, ora vale poco meno di 24 milioni di euro, mentre era stato precedentemente iscritta con un valore di 139 milioni di euro per un progetto edilizio mai andato in porto. Una svalutazione che contribuisce oggi a più della metà del passivo in bilancio accumulato in questi anni dalla partecipata dei rifiuti. E che ora il Comune ripianerà con fondi propri.
"Finalmente abbiamo fatto pulizia nei bilanci e abbiamo risolto una serie di irregolarità che si sono accavallate nel corso degli ultimi 15 anni scoprendo un buco di oltre 250 milioni di euro" ha dichiarato alla stampa un'entusiasta Virginia Raggi. Eppure c'è chi interviene a sottolineare che forse una parte di quel buco, ora da ripianare con soldi dei romani, poteva essere evitato.
Il progetto di economia circolare ignorato
"C'era una proposta dell'allora Cda Ama guidato da Lorenzo Bagnacani che era molto interessante" ricorda Montanari. L'amica di Beppe Grillo, portata a Roma dal leader del Movimento per attuare un piano rifiuti fatto di sostenibilità e recupero di materia - e poi costretta da Raggi alle dimissioni dopo la "cacciata" di Bagnacani e dell'allora Cda a inizio 2019 - per il Centro carni aveva un progetto alternativo. Che non era solo un sogno.
"Riguardava la creazione di un polo europeo di economia circolare in collaborazione con vari enti di ricerca, doveva essere un luogo importante. Roma d'altronde ha una vocazione per la ricerca. Bagnacani aveva già trovato i fondi per finanziarlo e i contatti con l'Europa erano stati già avviati". Un piano che avrebbe valorizzato l'area ponendosi in linea con il mantra del piano industriale che gli allora vertici di Ama avevano in mente: recuperare e riciclare i rifiuti. E portare la differenziata di Roma al 70% entro il 2021 (obiettivo mai raggiunto, siamo fermi al 45% circa).
Il progetto, ricorda Montanari, esisteva già in forma embrionale nel 2018. Se ne discuteva all'interno di una cabina di regia presieduta dall'assessore al Bilancio Gianni Lemmetti. Non andò in porto anche perché la sindaca mise alla porta i vertici aziendali a inizio 2019. "Oggi avrebbe anche potuto contare sul Recovery Plan - prosegue l'ex assessora - che ha al centro proprio l'economia circolare. Era una proposta davvero innovativa questa sì nell'ottica della transizione ecologica".
A ricordare quel sogno per il Centro carni, che se si fosse trasformato in realtà avrebbe permesso al Comune di Roma di risparmiare non poco, anche Andrea Masullo, membro dell'allora Cda: "La giunta Raggi svaluta il centro carni di Centocelle - scrive su Facebook - dove noi lavoravamo per realizzare la città dell’economia circolare, mandando il bilancio Ama in profondo rosso. Due anni fa mi cacciò con l'intero Cda per non aver raggiunto gli obiettivi di raccolta differenziata, mentre attuavamo con l’assessora Pinuccia Montanari un piano che entro quest’anno avrebbe portato Roma al 70%; invece oggi è ferma a un penoso 45% di raccolta differenziata. Spero che questa vergogna finisca al più presto...Roma ha diritto all’eccellenza e non a galleggiare nella mediocrità".
La storia del Centro carni
Una storia che viene da lontano quella del Centro carni della Capitale. Nel 2009 Risorse per Roma, società in house che affianca il Campidoglio nella gestione del patrimonio immobiliare pubblico, presentò un piano di assetto, approvato in giunta, per la costruzione di 2mila appartamenti con palazzine di 15 piani sull'area. L'area venne poi ceduta ad Ama, inserita in un fondo immobiliare gestito da Bnp Real Estate Sgr, e posta a garanzia di un mutuo bancario da 120milioni di euro in scadenza al 31 dicembre 2021. Al piano, però, non è mai seguita una variante urbanistica, tanto che il perito del fondo immobiliare ha appunto svalutato il bene a 24 milioni di euro.