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Politica La Rustica / Via Amarilli

Incendio in via Amarilli, su cento ospiti oltre 50 sono bambini: "Alta frequenza scolastica"

Lo spiega l'assessore alle Politiche Sociali Francesca Danese. Da centro del 'piano freddo', dal febbraio 2010 ospita famiglie rom dagli insediamenti di Ponte Mammolo, La Martora e dal campo Casilino 900

Nata in epoca Veltroni per ospitare senza tetto del 'piano freddo', il centro di via Amarilli, evacuato nella notte per un incendio, è stato trasformato nel febbraio 2010 dall'amministrazione Alemanno in un centro di 'raccolta' per famiglie rom. Famiglie provenienti dagli insediamenti di Ponte Mammolo, La Martora e dal campo Casilino 900, chiuso nel gennaio del 2010. Circa cento persone di origine montenegrina e franco-marocchina, la metà dei quali minori, che vivono in 18 stanze. Come informa in una nota l'assessorato alle Politiche Sociali, inoltre, nel centro ci sono “due persone emodializzate, tre donne al quarto mese di gravidanza e due neonati rispettivamente di tre mesi e 40 giorni”. Circa la metà degli ospitati inoltre “è residente nel Municipio IV”.  Una struttura industriale “riadattata”, gestita dalla Casa della solidarietà,  più volte negli anni ha sollevato le critiche delle associazioni che si occupano di integrazione per le persone rom.

OLTRE 50 BAMBINI - Il Campidoglio è alla ricerca di una soluzione per ospitare le famiglie. “La priorità è dare risposta alle fragilità” hanno fatto sapere dall'assessorato alle Politiche Sociali. “Si tratta di una struttura ad alto tasso di scolarizzazione, 33 bambini inseriti nel programma con una frequenza decisamente alta” si legge in una nota. Per quest'ultimi, il tentativo è quello di trovare una soluzione il più possibile vicino all'attuale centro per non allontanare troppo i minori dagli istituti scolastici. “Oggi erano tutti presenti a scuola” fa sapere l’assessora a Casa e politiche sociali, Francesca Danese, intervenuta di prima mattina e ancora presente sul luogo dell’incendio per seguire da vicino le operazioni e assistere le famiglie.

IL SOCCORSO Si legge in una nota: “Stamattina, a sostituire l’unità mobile notturna, sono giunte sul posto l’Unità di strada dell’area Rsc (Rom, Sinti e Camminanti) e l’Unità diurna della Sos composta da un operatore sociale di provata esperienza e un mediatore culturale” continua. “C’è stato, naturalmente, un lungo sopralluogo della responsabile della sala Sos, Angelina Di Prinzio, che, assieme all’assessora Danese e all’assessora del IV Municipio, Maria Muto, nel corso del quale s’è deciso di far rimanere l’Unità di strada sul posto. E’ stata quindi disposta la ricerca di soluzioni temporanee nelle more della perizia tecnica e degli interventi di ripristino della struttura”.

'NESSUNA INCLUSIONE' Le critiche, però, non sono mancate nemmeno oggi: “La struttura di via Amarilli, soprattutto riguardo alla mancanza di spazi adatti e di progetti di inclusione sociale, non appare idonea a una accoglienza che dura ormai da 5 anni” dichiara l'associazione 21 Luglio. “Le 125 persone accolte – tra cui 56 minori - vivono concentrati in spazi asfittici e privi di privacy" continua.

I COSTI - Nel mirino anche i costi: “Quello che colpisce della struttura sono comunque i costi elevatissimi. Nel solo 2014 il Comune di Roma ha speso per ogni persona una cifra pari a 930 euro mensili per persona senza che ai rom sia andato un centesimo. Basterebbe riconvertire questa cifra in progetti di inclusione per poter chiudere definitivamente questo spazio dove i diritti sono violati e le norme che regolano l’apertura e il funzionamento delle strutture socio-assistenziali non sono rispettate. Ancora una volta è l’Amministrazione Comunale a dover decidere come superare il centro di via Amarilli: con un’altra costosissima struttura o con l’avvio di processi virtuosi che conducano le famiglie rom all’inclusione”.

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