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Il lago di petrolio non fa paura: a Tor Fiscale si punta a riaprire le cave

Sul fronte della bonifica Palmieri annuncia: "Nei prossimi giorni incontro previsto incontro con Eni"

Il Campidoglio vuole riaprire le cave sotto Tor Fiscale. I vasti cunicoli che si estendono sotto una delle aree verdi più apprezzate di Roma Sud sono da tempo interdetti alla cittadinanza.

Il lago di petrolio

Da circa otto anni le visite guidate che venivano organizzate nel sistema caveale sono sospese. Nel 2013 è stato infatti rinvenuto un lago dal colore del petrolio. Un bacino di circa 300 metri cubi d’una sostanza densa ed oleosa. Un liquido la cui presenza aveva, in un primo momento, fatto temere anche per la falda acquifera sottostante.

Il rinvenimento del cosiddetto “lago di petrolio” ha portato alla chiusura di una vasta area, tuttora inaccessibile. Nel 2018 era stata alimentata l'aspettativa di una possibile riapertura giacchè  “un’azienda del gruppo Eni aveva dichiarato l’intenzione di procedere alla bonifica” ha recentemente ricordato l’ex minisindaca Monica Lozzi. L'operazione, nonostante il parere favorevole del municipio, non è però andata in porto. E le cave sono rimaste off limits.

Rapporti ripresi con Eni

A riaccendere la speranza di quanti confidano nella riapertura dei cuniculi, è arrivata una nota stampa dell'assessora Alfonsi. La titolare della delega ai rifiuti per Roma Capitale, lo scorso febbraio, ha infatti annunciato  la ripresa dei rapporti con Eni, “che la precedente “amministrazione aveva fatto fuggire e che già in passato si era resa disponibile per fare uno studio di caratterizzazione finalizzato alla bonifica del lago di petrolio”. L’incontro, stando a quanto è emerso nel corso di una commissione ambiente convocata  proprio su Tor Fiscale, è previsto per venerdì 4 marzo. Si procede dunque a tappe forzate. 

Le cave sotto il parco 

C’è un’altra questione però che è stata sollevata da chi, da oltre 10 anni, ha in concessione il parco: l’organizzazione di volontariato Torre del Fiscale. “Il punto in cui è avvenuto lo sversamento è lontano dall’area del parco” ha spiegato Gloria Mazzanti, portavoce dell'odv. “Ad oggi, pure avendo certezza che sotto l’area verde non ci sono rifiuti né sversamenti, la cava non è stata riattivata alla funzione di tipo turistico, didattico ed educativo”. Da qui la l’invito rivolto dall'associazione, che di quella cava ha la concessione, di procedere oltre che sul piano della bonifica anche sul fronte della riapertura. Richiesta che è stata accolta sia dai consiglieri capitolini della commissione ambiente che dal municipio VII.

L'intenzione del Campidoglio

“Il reticolo caveale è un elemento del patrimonio capitolino che potrebbe rappresentare una grande attrazione dal punto di vista storico e scientifico, fino a poter essere immaginato quale vero e proprio museo speleologico – ha commentato Giammarco Palmieri, presidente della commissione ambiente – Da oggi operiamo anche per valutare la possibilità di rendere accessibile la parte delle cavità non interessata dallo sversamento di idrocarburi, lavorando in collaborazione con i tecnici e la Protezione civile capitolina, anche attraverso sopralluoghi da svolgere in tempi stretti”. 
 

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