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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Cave, nel Lazio sono 260 quelle autorizzate. Legambiente: “Vanno adeguati i canoni di concessione”

Il report di Legambiente sulle attività estrattive che, nella provincia di Roma, hanno un'antica tradizione

L'attività estrattiva, nel Lazio, è una delle più fiorenti a livello nazionale. Ogni anno nella nostra regione vengono prelevati milioni di metri cubi di materiale. Un'attività fiorente che viene esercitata anche in forza di canoni piuttosto bassi. Troppo bassi secondo il dossier Cave 2012 di Legambiente. 

Le cave nel Lazio

Lo studio, condotto a livello nazionale, offre spunti significativi anche sul Lazio. Insieme alla Sicilia ed all'Umbria, è in grado di garantire il 74,7% del materiale di origine vulcanica  estratto in tutto il Paese. E d'altra parte nel Lazio ci sono 260 cave attualmente autorizzate. Considerando che i comuni, compresi quelli con meno di 5mila abitanti, sono 378, se ne deduce che ogni 3 comuni del Lazio ci sono, mediamente, 3 cave. Invece sono ben 475 quelle che risultano essere dismesse. Cosa che apre, spesso, il tema del ripristino ambientale. Particolarmente gravoso quando si tratta di cave realizzate con la falda acquifera aperta, com'è nel caso di quelle di travertino.

Una lunga tradizione

La provincia di Roma, poi, ha una lunga tradizione estrattiva. Nei comuni di Guidonia Montecelio e Tivoli, infatti, il travertino ha storicamente rappresentato un’importante risorsa, divenendo nei secoli il materiale simbolo di tutta la Regione. Disciplinare il prelievo di queste pietre, e la successiva opera di riqualificazione, diventa quindi essenziale. Come lo è l’attività di controllo esercitato dalle forze dell’ordine visto che, come il dossier racconta, non sono rari gli esercizi abusivi, come quello scoperto nella località “Tenuta del cavaliere” nel comune di Guidonia lo scorso 12 gennaio.

I canoni da aumentare

“Per capire l’importanza e l’impatto delle cave nel Lazio, basta leggere i numeri del dossier e pensare alle cave presenti in particolar modo nell’area della Città Metropolitana di Roma, alla fama mondiale e alla storia secolare del travertino del Lazio - ha commentato Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio - nella nostra Regione c’è bisogno in primo luogo di adeguare ampiamente i canoni concessori, oggi estremamente bassi se si pensa all’enorme portato economico che molte di queste attività producono".

Contrasto degli abusi e ripristino ambientale

Non basta alzare i prezzi delle concessioni, oggi ritenuti troppo modesti. Per Scacchi infatti "bisogna continuare a fermare le illegalità sia dell’estrazione abusiva sia di un ripristino e risanamento ambientale che troppo spesso appare una chimera". E vale per ogni genere di cava, non soltanto per quelle da cui viene estratto il travertino. Se si vuole puntare su un modello circolare "basato su recupero, riciclo e riqualificazione urbana" ha ricordato Legambiente, allora occorre lavorare anche sul piano del ripristino ambientale. Una scelta che potrebbe creare "opportunità di innovazione e nuovi posti di lavoro". A partire proprio da quelle cave che non sono più utilizzate e che il dossier mostra essere, nel Lazio, quasi il doppio di quelle autorizzate. 

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