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Castel Romano, Raggi accoglie la richiesta dei rom: prime famiglie nelle case popolari

Quindici persone trasferite negli alloggi di edilizia residenziale pubblica, attingendo alla riserva del 15% per situazioni di fragilità ed emergenza abitativa. Associazione 21 Luglio: “Precedente importante”

Lo sgombero dell’area F del campo rom di Castel Romano, previsto da ultimo per lo scorso 2 marzo, è slittato: così in attesa delle ruspe e del “ripristino delle condizioni ambientali, igienico sanitarie a tutela della salute pubblica” annunciato dal Campidoglio, per alcune famiglie si sono aperte le porte delle case popolari. Quindici persone in tutto, su 70 che vivevano in quella parte del “villaggio”, quelle inserite all’interno di abitazioni dell’edilizia residenziale pubblica. “Per altre sono previsti ingressi imminenti” - fa sapere l’Associazione 21 Luglio. 

Castel Romano: prime famiglie rom nelle case popolari

A proporre la soluzione delle case popolari gli stessi rom di Castel Romano che, in occasione della manifestazione in piazza del Campidoglio, avevano consegnato una lettera alla sindaca di Roma, Virginia Raggi, in cui veniva ricordata la memoria di Giunta del 9 luglio 2020 in cui tra le misure di sostegno all’abitare previste per i rom c’era anche quella della riserva del 15% degli alloggi di edilizia residenziale pubblica. Vale a dire una quota di abitazioni popolari da destinare a nuclei familiari fragili, in emergenza abitativa: nel caso dei rom di Castel Romano a rischio sgombero. 

Rom nelle case popolari con la "riserva del 15%"

“Trenta delle nostre famiglie hanno già fatto domanda di ‘casa popolare’ e questo strumento, già praticato con successo dalla Giunta leghista di Ferrara (dove la quota di riserva è al 3% ndr.) quando, lo scorso anno, ha dovuto chiudere un campo rom, consentirebbe semplicemente, senza corsie preferenziali e in maniera assolutamente legale - avevano scritto le famiglie - di accelerare il nostro accesso negli alloggi dell’edilizia residenziale pubblica. Molte delle famiglie residenti potrebbero così uscire dall’Area F di Castel Romano da subito, entrando, come è nel loro diritto, in una casa popolare”. 

VIDEO | Le famiglie delle baraccopoli protestano in Campidoglio: "Basta buttare soldi, dateci le case popolari" 

Roma replica il modello Ferrara

Roma replica dunque il modello Ferrara: il Comune ha attinto dalle “riserve ERP” a sua disposizione per iniziare il collocamento delle sole famiglie firmatarie del “Patto” tra quelle dell’area che sarà presto liberata.

Per Associazione 21 luglio, che auspica che il processo di inserimento nelle case popolari possa interessare tutti i residenti, senza scrematura, si tratta comunque di un precedente di estrema importanza. “Il tramonto della stagione dei campi rom a Roma sta diventando una realtà. Con buona pace di quanti, dipendenti comunali e volontari di associazioni, si ritrovano ancorati ai vecchi e costosi modelli dettati da un assurdo Piano rom e un Ufficio Speciale Rom che non trova più la sua ragion d’essere. Quello della vicenda dell’area F di Castel Romano - ha detto il presidente Carlo Stasolla - è un fatto straordinario soprattutto per il precedente che crea. A Roma da oggi in poi ogni minaccia di sgombero dovrà scontrarsi con una legittima domanda: ‘Perché non fare come la giunta leghista di Ferrara o come la Raggi con i rom di Castel Romano? La legge lo consente’. Tutto ciò, grazie all’attivismo e all’impegno mostrato dalle famiglie rom nel proporre dialogo e soluzioni di buon senso che questa Amministrazione ha iniziato a recepire”. 
 

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