Caso Emanuela Orlandi, il fratello al sit-in di San Pietro: “Vanno sentiti padre Georg e Bertone”
Centinaia di persone per l'iniziativa organizzata nel giorno in cui avrebbe compiuto 55 anni
Centinaia di persone si sono radunate davanti al palco allestito in largo Giovanni XXIII per ricordare Emanuela Orlandi. Un sit-in quest’anno particolare, quello organizzato nel giorno in cui avrebbe celebrato il 55esimo annivarsario. Particolare non tanto per la data, quanto per la notizia della riapertura del caso.
Le parole di Pietro Orlandi
“Vogliamo verità” hanno continuato a scandire le persone presenti e, tra loro, anche il fratello di Emanuela Orlandi. “Il fatto che che ancora oggi, a 40 anni di distanza, ci siano centinaia di persone presenti che chiedono verità per lei è una cosa incredibile che mi riempie di gioia” ha commentato Pietro Orlandi che sulla riapertura dell’inchiesta del Vaticano ha detto due cose: “a noi non è ancora arrivata comunicazione ufficiale” e quindi “lo abbiamo saputo dagli organi di stampa”.
L’altra cosa che Pietro Orlandi ha dichiarato davanti le centinaia di persone accorse a San Pietro, è stato che “si deve ascoltare una serie di persone che possono essere entrate direttamente in contatto con questa vicenda a partire dall'ex segretario di Stato, il cardinale Tarcisio Bertone e l'ex segretario del Papa Emerito, monsignor Georg Gaenswein”.
La riapertura delle indagini
A quarant’anni dalla scomparsa, quindi, ci sono ancora tante persone che chiedono “verità” e lo hanno dimostrato nel tardo pomeriggio del 14 gennaio, che era la data del compleanno di Emanuela Orlandi. Persone che guardano con speranza alla riapertura delle indagini, da parte della giustizia Vaticana, su una vicenda che ha scosso l’opinione pubblica e che affonda le suo origini nel pomerigigo del 22 giugno 1983 quando, la quindicenne, figlia di un dipendente vaticano, scomparve improvvisamente nel nulla.