rotate-mobile
Politica

Troppi vantaggi per i furbetti degli affitti: il Pd torna sui suoi passi e riscrive la delibera

Con un maxiemendamento il provvedimento cambia volto: nessuna prelazione agli occupanti senza titolo e 'sconto' dimezzato per gli immobili di pregio. Ora è scontro sugli immobili da 'salvare'

Un maxiemendamento di modifica per sgomberare il campo a possibili 'regalie'. Un'opposizione sulle barricate che costringe la maggioranza a correggere più volte il tiro. C'è anche chi, per farsi dare tutti i documenti chiama i carabinieri e chi annuncia un ricorso al Tar. E infine, dopo poche ore, la modifica alle modifiche con una lista di immobili da alienare che si è allargata e ristretta per tutto il pomeriggio. Il risultato, al termine della convulsa giornata di ieri in Aula Giulio Cesare, è che la delibera 88 che prevedere la vendita di oltre 700 immobili di proprietà del Comune è stata praticamente riscritta. Si perché le polemiche in Aula hanno costretto il Pd a fare qualche passo indietro e mettere pesantemente mano al provvedimento inizialmente dalla giunta Marino ed elaborato inizialmente dal vicesindaco Luigi Nieri e attualmente nelle mani dell'assessore con delega al Patrimonio, la fidatissima del sindaco Alessandra Cattoi.

LE MODIFICHE - Il maxiemendamento presentato ieri in commissione Patrimonio presieduta da Pierpaolo Pedetti (Pd) infatti dimezza lo sconto per gli immobili di pregio che potranno essere acquistati dagli attuali locatari con uno sconto del 15% sul prezzo di mercato e non più del 30. Niente abbattimento del 10% per i beni ricadenti nella città storica, nei confini definiti dal Prg del 2008, se la prima asta dovesse andare deserta. Ma soprattutto nessuno sconto ai furbetti: chi ha occupato per anni queste case senza titolo non avrà alcun diritto di prelazione mentre invece la delibera precedente non si soffermava su questa distinzione. Avrà diritto invece chi possiede un regolare contratto, anche se scaduto. I morosi avranno sessanta giorni di tempo per mettersi in regola con i pagamenti, trascorsi i quali si procederà a gara pubblica. Non solo. Perderà il titolo anche chi possiede un altro immobile adeguato al proprio nucleo all'interno del territorio del Comune di Roma e chi ha cause pendenti con l'amministrazione. Tra gli altri punti l'aumento da 60 a 90 giorni per esercitare il diritto di prelazione, per permettere agli inquilini di aprire un eventuale mutuo. Spiega inoltre il presidente di commissione Pierpaolo Pedetti: “Sono state eliminate le agevolazioni agli istituti religiosi e alle sedi diplomatiche, gli abusivi verranno messi fuori e l'immobile verrà messo all'asta, se poi avranno i requisiti saranno inseriti nella graduatoria Erp. Chi ha esercitato il subaffitto invece ha commesso un reato, e dovremo valutare come intervenire”. Infine “abbiamo previsto una clausola di salvaguardia per gli immobili non residenziali assegnati alle associazioni secondo la delibera 26/1995 che non vengono messi in vendita". “Un altro elemento importante è la vendita della nuda proprietà degli ultrasettantacinquenni per voltare pagina a un malcostume tutto italiano di considerare privato un bene che in realtà è pubblico, tramandandolo di padre in figlio” ha poi aggiunto in conferenza stampa Fabrizio Panecaldo, capogruppo capitolino del Pd e coordinatore della maggioranza. 

LA LISTA - Dopo giorni di dibattito in Aula, non senza qualche momento di bagarre, e polemiche le regole sono state riscritte. Ma il dibattito in Consiglio è destinato a rimanere infuocato. Nel mexiemendamento presento ieri nel primo pomeriggio infatti si è messo mano anche alla lista degli immobili da vendere. Ne vengono aggiunti alcuni, da piazza Navona e via Nomentana, stralciati altri con la motivazione di destinarli alle attività socioculturali e imprenditoriali con procedura a evidenza pubblica (LEGGI TUTTO L'ELENCO). Basta poco per far gridare allo scandalo il capogruppo capitolino del Pdl, Giordano Tredicine che rileva come tra le proprietà 'messe in salvo' ci sia ben poco di socio culturale: da un ristorante, peraltro moroso, a un rivenditore di cucine, da una concessionaria di moto a un negozio di carta da parati. "Tutti questi immobili non hanno alcun fine sociale e peraltro i locatari sono tutti morosi” ha sottolineato Tredicine. Si ivoca l'intervento dell'assessore alla Legalità Alfonso Sabella “per capire il criterio con cui vengono tolti gli immobili e per capire se si manifesta un danno erariale per il mancato incasso dei canoni dell'amministrazione comunale fino all'espletamento del bando pubblico”. Anche qui la maggioranza è costretta a tornare sui propri passi. “La commissione ha verificato e ha deciso di togliere questa regalia” commenta Tredicine. “La cosa che stupisce è che le richieste su quegli immobili erano state fatte dai presidenti dei Municipi”. Il maxiemendamento viene scorporato in due parti e la lista degli immobili da aggiungere e stralciare viene lasciata modificata con alcuni subemendamenti e approvata ma con la riserva di ulteriori approfondimenti da parte degli uffici competenti. 

BATTAGLIA IN AULA - La battaglia continuerà a suon di emendamenti anche in Aula. “Abbiamo presentato alcuni subemendamenti di merito al maxi-emendamento, che però avendo bisogno di ulteriore iter andranno direttamente in Aula. Se questi venissero approvati saremmo disposti a valutare il nostro voto a favore alla delibera” ha detto il consigliere del Movimento Cinque Stelle in Assemblea capitolina, Daniele Frongia. Tra le richieste dei pentastellati, che ieri hanno visto in Aula a loro sostegno anche la deputata Roberta Lombardi, “ci sono quelle di togliere tutti gli immobili aggiunti last minute, togliere la destinazione ambigua dei fondi destinati all'Erp, perché si parla anche di nuova realizzazione e quindi si potrebbero nascondere altri metri cubi di cemento, e abbiamo presentato diversi emendamenti contro i furbetti per andare a colpire chi ha già una casa anche fuori dal perimetro di Roma". Inoltre, ha aggiunto il consigliere del M5S, "nell'immobile di piazza Navona abbiamo scoperto che c'è un bed & breakfast, e quindi su questo abbiamo richiesto maggiori informazioni". Attacca invece Marcello De Vito: “L'opposizione, a parte la nostra, è poca cosa. I partiti di destra che oggi si oppongono a questa delibera, come detto, sono gli stessi che nel 2012 avevano fatto un'operazione di questo tipo. Avevano cercato di vendere gli stessi immobili, non riuscendoci". 

ONORATO CHIAMA I CARABINIERI - Sulle barricate anche il capogruppo della lista Marchini Alessandro Onorato: “Gli uffici non ci danno i documenti e noi abbiamo appena chiamato i Carabinieri, mentre in Consiglio va avanti la discussione per dismettere immobili per oltre 300 milioni di euro. Perché non sono in vendita tutte le sedi di partito? Perché si decidono di stralciare alcuni beni dalla delibera e inserirne altri? Forse dipende dall'amicizia giusta con qualcuno della giunta Marino?" dichiara in una nota. "Siamo al Dipartimento Patrimonio da almeno due ore e non ce ne andremo fin quando non ci forniranno l'elenco di tutti i beni affittati, liberi o occupati del Comune di Roma. Dopo un mese di richieste scritte e ufficiali, in palese violazione dello Statuto di Roma Capitale e del Regolamento dell'Assemblea capitolina, ancora non ci hanno consegnato l'elenco da cui l'amministrazione ha scelto i 751 immobili da vendere, con tutte le informazioni sulla gestione”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Troppi vantaggi per i furbetti degli affitti: il Pd torna sui suoi passi e riscrive la delibera

RomaToday è in caricamento