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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Case popolari, Salvini si scaglia contro la regolarizzazione degli occupanti: "Prima gli italiani, non gli abusivi"

L'ex ministro dell'Interno si riferisce a due articoli sul tema dell'emergenza abitativa in discussione alla Pisana. Ma tra le famiglie senza titolo tantissime sono italiane

Matteo Salvini si scaglia contro il progetto di regolarizzazione delle famiglie senza titolo che vivono nelle case popolari di Roma a cui sta lavorando la maggioranza di centrodestra, con il sostegno del M5S, in Consiglio alla Pisana nell’ambito della discussione del collegato al Bilancio. Lo ha scritto ieri con un post su Facebook: “Nel Lazio, grazie al Pd di Zingaretti e ai 5stelle, anche chi non possiede un permesso di soggiorno (o nemmeno la residenza anagrafica) potrà restare nelle case popolari occupate illegalmente, alla faccia di quelle migliaia di famiglie in regola che aspettano un alloggio da anni. Con la Lega prima gli italiani, con il Pd prima gli abusivi. Roba da matti”.

Come raccontato anche da Romatoday, proprio in questi giorni la maggioranza di centrosinistra, sostenuta dal M5S sta lavorando a due misure in tema di emergenza abitativa. La prima riguarda la regolarizzazione delle famiglie che hanno occupato una casa popolare e che sono in possesso delle caratteristiche reddituali per restare. Il dibattito volto a stabilire i criteri di assegnazione è ancora aperto.  

La seconda misura riguarda la possibilità di destinare il 10 per cento di case popolari a quanti vivono nei palazzi occupati in dichiarate condizioni di emergenza abitativa, anche in questo caso seguendo il parametro reddituale, tanto che i primi censimenti parlano di oltre il 90 per cento di residenti in questi immobili già in lista per un alloggio pubblico. Tra loro ci sono anche molte famiglie di origini straniere ma anche molti italiani. Entrambe le categorie, se hanno occupato dopo il 2014, non hanno potuto prendere la residenze nell'immobile in questione per effetto dell'articolo 5 del Piano casa del Governo Renzi che lo impedisce.

La misura è stata pensata anche per dare una risposta al tavolo che sta lavorando agli sgomberi in Prefettura dove le operazioni si sono arenate proprio per l’assenza di soluzioni abitative alternative per le famiglie senza casa. L’obiettivo delle istituzioni è evitare che si ripeta quanto accaduto con lo sgombero dell’ex scuola di Cardinal Capranica, avvenuto quando Matteo Salvini era ministro dell’Interno, quando un centinaio di famiglie con redditi bassi e minori sono state portate in centri di accoglienza all’interno di spazi ridotti e con costi per le istituzioni pubbliche che superano i 2mila euro al mese a famiglia.

Una replica a Salvini è arrivata dalla capogruppo del M5S in Regione, Roberta Lombardi: “Urlare allo scippo fomentando la lotta tra poveri è facile: è sufficiente pagare un social media manager, non c'è bisogno di essere un politico, che invece i problemi dovrebbe risolverli, non crearli alimentando conflitti sociali che mettono a rischio diritti dei cittadini e sicurezza pubblica”, ha scritto su Facebook.

"Riguardo alla polemica secondo cui il MoVimento 5 Stelle Lazio sarebbe in combutta con il Pd per 'dare le case agli abusivi', voglio darvi un'altra notizia: è falso", continua. "Quello che stiamo facendo è coniugare il rispetto della legalità con il diritto all'abitare fissando dei criteri di assegnazione di comprovata necessità, con tanto di requisiti, nell'attesa che si faccia ordine tra le graduatorie, evitando così bombe sociali di cui a fare le spese sono la pubblica sicurezza e quindi tutta la collettività. A cosa serve buttare subito per strada centinaia di famiglie se non si ha una soluzione alternativa pronta? La verità (scomoda) con cui fare i conti è questa: non esistono poveri buoni e poveri cattivi ma solo diversi gradi di disperazione, purtroppo”. 

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