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"Affittasi casa a Villa Ada a 10 euro al mese": il M5S fa luce sulle abitazioni degli ex custodi

Nelle case destinate ai custodi dei parchi pubblici romani "mogli, amici, detenuti e rom". Il tutto a canoni irrisori. Frongia: "Intanto i parchi rimangono senza controllo"

“Affittasi splendida casa dentro un parco a 10 euro al mese”. Per centinaia di romani alle prese con sfratti e affitti alle stelle potrebbe sembrare solo un miraggio o uno scherzo. E invece, la denuncia sollevata ieri dal Movimento cinque stelle nel corso della commissione per la Riforma e la razionalizzazione della spesa presieduta dal consigliere pentastellato Daniele Frongia è realtà. Non sono pochi infatti i casi in cui ville e abitazioni  dei parchi romani, per legge destinati ai custodi, sono abitate da una schiera di persone che non avrebbero alcun diritto ad abitarci: “Amici, amanti, ex mogli, detenuti agli arresti domiciliari e altri abusivi sia italiani che stranieri” denuncia Frongia. L'affitto? “Non tutti lo pagano”. E chi lo paga usufruisce di un prezzo di favore: “Anche 10 euro al mese per oltre 100 mq in una bellissima villa”.

L'ELENCO DELLE VILLE - A villa Fassina, sulla Tiburtina, “ci ha vissuto una persona agli arresti domiciliari mentre oggi la casa è abitata da un gruppo di rom” continua Frongia. A Porta Metronia e a villa Celimontana “abitano invece due custodi in pensione che, per legge, non potrebbero risiedervi”. Una famiglia con un disabile a carico risiede invece nella casa del custode del parco di San Sebastiano. “In questo caso il Comune di Roma aveva trovato una soluzione alternativa ma la famiglia ha preferito rimanere vicino al parco”. Ma il caso più eclatante rigurda la “villa di 110 metri quadrati a Villa Ada dove vive l'ex compagna dell'ex direttore del Servizio Giardini che è rimasta ad abitare in quella villa dopo la morte dell'uomo”. Per lei il canone è di poco più di dieci euro. Solo a villa Pamphilij “vive ancora il custode che però tra breve andrà in pensione” continua Frongia.

LA DELIBERA - “C'è una delibera del 1997 che impone che queste abitazioni siano da destinare ai custodi. Quest'ultimi, inoltre, quando finiscono la loro attività dovrebbero lasciare l'abitazione. Ma questo non avviene” denuncia Frongia. Oltre al danno anche la beffa. “I parchi rimangono senza guardiano e il Comune di Roma è costretto a pagare cooperative o il servizio giardini a svolgere le mansioni di un custode”. Il Movimento cinque stelle è deciso ad andare a fondo: “Abbiamo convocato anche il dipartimento Patrimonio e quello per le Politiche Abitative, assenti. Al più presto terremo una nuova commissione per trovare una soluzione”.

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