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Case popolari inagibili, l'Ater paga l'affitto per oltre 40 anni: cercasi alloggi per oltre 100 famiglie

Lo stabilisce una delibera dell'ente regionale. Preoccupata Unione Inquilini: "Le case assegnate sono già poche, gli stabili vengano acquisiti"

Oltre cento famiglie da ricollocare nelle case popolari romane. Eredità di un contratto d'affitto "temporaneo" stipulato oltre quarant'anni fa dall'allora Iacp, l'istituto delle case popolari poi divenuto Ater, con Enasarco, perchè due immobili di San Basilio presentavano "talune situazioni gravi ed urgenti". E' quanto contenuto in una delibera del 30 maggio scorso che porta la firma di Giovanni Tamburino, commissario straordinario dell'azienda regionale che gestisce gli immobili Erp. Oggetto: "Disdetta del contratto Enasarco e revoca della delibera commissariale 17/2014". Il provvedimento ha sollevato l'allarme di Unione Inquilini: "Dobbiamo aspettarci uno stop alle nuove assegnazioni?"

LA STORIA - La vicenda inizia alla fine del 1974. Nei lotti 23 e 24 di San Basilio si vengono a creare "talune situazioni gravi ed urgenti" che inducono l'ex Iacp ad "assumere in locazione" gli alloggi necessari alla "provvisoria" sistemazione di 118 famiglie che abitavano in quei palazzi. La scelta cade su tre edifici tra via di Casalbruciato e via Silvio Negro di proprietà della cassa previdenziale dei rappresentanti di commercio, Enasarco. La locazione, in base alla convenzione, non si sarebbe potuta protrarre "oltre il 31 dicembre 1976". Non sarà così. "Le previsioni e gli impegni delle parti, che avrebbero dovuto consentire il reperimento di alloggi all'interno dei programmi in corso di realizzazione, non si sono concretizzati". Il contratto è stato rinnovato. E si è arrivati fino ad oggi. 

LA DECISIONE DI ATER - Non è stato un affare per Ater. Come si legge nella delibera, il canone corrisposto ad Enasarco è stato più alto degli introiti derivanti dalle sub-locazioni, con una differenza di circa 46 mila euro annui. Cifra a cui si aggiunge la morosità delle famiglie che ammonta a 3 milioni e 300 mila euro mentre il "debito per canoni non corrisposti" ad Enasarco "è di 530 mila euro". Negli anni, inoltre, la composizione delle famiglie presenti è cambiata. Nel 2014, con una precedente delibera, l'Ater applicava i canoni Erp a quegli immobili in affitto e sanava i nuclei non originari, quindi senza titoli per abitarvi. Ater ha deciso di ritirare quella delibera. "Continua a determinare costi ingiustificati a carico dell'Ater" e allo stesso tempo "impedisce la stabilizzazione della posizione degli aventi diritto all'assistenza abitativa" si legge. Per questo Ater ha deciso di disdire il contratto con l'intenzione di ricollocare gli inquilini negli alloggi popolari "che si renderanno disponibili nell'arco dei sei mesi di preaviso" e procedere con una ricognizione dei titolari. 

UNIONE INQUILINI - Preoccupata Unione Inquilini che chiede all'assessore al Bilancio, Patrimonio e Casa, Andrea Mazzillo, di prendere una posizione. "Le pochissime case che finora il Comune riusciva a destinare alle graduatorie dovrebbero essere riservate (chissà per quanto tempo) ai nuclei che vivevano in questo stabile di Casal Bruciato" scrive in una nota Fabrizio Ragucci. "Si rischia quindi il blocco totale delle nuove assegnazioni almeno per mesi e mesi". Diversa la soluzione proposta dal sindacato: "Acquisire lo stabile da Enasarco arrivando a una transazione equa che tenga insieme i diritti delle famiglie e l’interesse pubblico di Ater a garantirgli un tetto a costi ragionevoli sarebbe l’unica soluzione". 

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